Maria Vittoria Brambilla abbandona il pizzo nero di Porta a Porta per un mutandone bianco, probabilmente più adatto alle guglie del Duomo di Milano. Durante la ricorrenza dei 150 anni della Provincia – dove Silvio Berlusconi ha ricevuto un premio – il ministro, punta l’obiettivo del fotografo con uno sguardo di sfida, accavalla le gambe con un gesto deciso e sexy che farebbe invidia perfino a Sharon Stonee e mette a portata di flash le sue candide mutandine. Libero non si lascia scappare il momento e le rende il merito della lezione Mutatis mutandis. Le mutande vanno cambiate.
La mossa della Jessica Rabbit di Lecco e il conseguente scatto (firmato Olycom) hanno destato l’interesse di tutti i presenti. Tanto da dar vita, come riporta il quotidiano di Belpietro, a due diverse correnti di pensiero. La prima, di orientamento Pd, sostiene che sia «una cafonata pazzesca». Una ministra (non una cubista) potrebbe al limite accarezzarsi un’asola o abbottonarsi un polsino, non certo mostrare la sua biancheria, per quanto pulita.
Meno severa ma più analitica la seconda corrente che, tralasciando le motivazioni che possono spingere il ministro a voler continuamente mostrare il suo intimo, si sofferma invece sui dettagli: la qualità del tessuto e le differenti tipologie di biancheria indossata.
Se si guarda con attenzione la foto scattata a Porta a Porta, si potrà notare che Vittoria Brambilla indossa lo stesso tailleur dell’evento milanese, ma non le stesse mutandine. Da nero seduttivo per la sera a un “bianco democristiano”. Come se il cambiamento di slip fosse direttamente proporzionale al suo percorso politico.
E menomale che la bella ministra vanta nel suo non lontanissimo passato la striscia di “Miss Eleganza Emilia”. La classe si riconosce, specie nell’accostamento fra la trasparenza della lingerie e il crocifisso appeso al collo.