BARI, 5 NOV – Piu' della meta' dei consiglieri comunali del Partito Democratico, compresi sindaco e presidente del consiglio comunale, sono indagati per concussione: per questo hanno deciso di autosospendersi dal partito e continuare nella loro attivita' amministrativa. Il partito rinnova loro la ''fiducia'', tuttavia ''apprezza e condivide la loro decisione di autosospendersi''.
Accade a Modugno, grosso comune dell'entroterra barese (circa 40.000 abitanti), dove sono indagati per il reato di concussione amministratori Pd, Udc e Api della vecchia e nuova amministrazione comunale di Modugno, accusati di aver, a vario titolo, partecipato dal 2003 sino a pochi mesi fa al rilascio di concessioni edilizie fatte costringendo i costruttori a versare tangenti in denaro e beni vari. Tra gli 11 indagati figurano il sindaco Pd eletto nel maggio scorso, Domenico Gatti, gia' a giudizio per altri reati, il presidente del consiglio comunale, Antonio Scippa, e i consiglieri Saverio Pascazio e Graziano Di Ciaula, l'ex city manager comunale, Serafino Bruno, anch'egli Pd, l'ex sindaco Giuseppe Rana (eletto col Pd e attuale consigliere provinciale Udc), l'ex assessore Pd Vito Carlo Liberio (oggi consigliere comunale dell' Api). Indagato anche il capogruppo dell'opposizione, Giuseppe Vasile, che oggi fa parte di Moderati e Popolari ma nella precedente amministrazione faceva parte dell'Udc ed era nella maggioranza. In una nota il Pd di Modugno ''esprime la propria piena e incondizionata fiducia e solidarieta' alla magistratura, affinche' venga sconfitta e piegata alla legge, ogni eventuale pratica di corruzione e concussione nella pubblica amministrazione'' della cittadina. Inoltre, ''sollecita la piu' rapida conclusione delle indagini, al fine di liberare la citta' dalla cappa e dalla morsa del sospetto e del dileggio, giudicando rapidamente chi fosse colpevole e scagionando chi invece restasse estraneo alla vicenda''. Per il Pd modugnese ''la decisione del sindaco Gatti e dei consiglieri comunali Scippa, Di Ciaula e Pascazio di autosospendersi dal Partito e' un atto di responsabilita' che consente loro di difendersi adeguatamente nelle sedi opportune e consente al Pd la liberta' di fare politica in modo credibile per la legalita' e la trasparenza nella pubblica amministrazione''. Tra gli indagati, figurano anche il dirigente dell'ufficio tecnico, Giuseppe Capriulo, Giuseppe Caggiano, ex militante Udc, e Livio Scarselletta, anch'egli assessore in una giunta passata.