Politica Italiana

Molise al voto, sfida M5S-Centrodestra pensando al governo

Molise al voto, sfida M5S-Centrodestra pensando al governo

ROMA – Urne aperte dalle 7 alle 23 di oggi, 22 aprile, in Molise per le elezioni del nuovo presidente della Regione e per il rinnovo del Consiglio regionale.

Si potrà votare un candidato presidente, votare una lista e il voto si estende al candidato presidente collegato, votare un candidato presidente e una delle liste collegate. Non è ammesso il voto disgiunto. L’elettore può esprimere una o due preferenze per i candidati a consigliere regionale della lista prescelta scrivendo il cognome oppure il nome e il cognome in caso di omonimia.

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Quattro candidati presidenti, sedici liste e oltre 300 aspiranti consiglieri in campo. Si tratta della prima sfida elettorale dopo le politiche del 4 marzo.

A contendersi la poltrona di governatore, in questi cinque anni ricoperta dal presidente Paolo di Laura Frattura (Pd), saranno il candidato del centrodestra Donato Toma – appoggiato da nove liste, Popolari per l’Italia, il Popolo della famiglia, Fdi, Movimento nazionale per la sovranità, Lega Salvini Molise, Fi, Molise Udc, Orgoglio Molise e Noi per l’Italia Iorio per il Molise -, il candidato del centrosinistra Carlo Veneziale – ex assessore regionale alle politiche dello Sviluppo economico nella giunta uscente che corre con cinque liste: il Molise di tutti, Molise 2.0, Leu, Unione per il Molise, Pd -, il pentastellato Andrea Greco e Agostino Di Giacomo, candidato di Casapound Italia.

Il voto molisano, a dispetto del numero limitato di elettori, acquista una valenza politica particolare perché si intreccia con le fortissime fibrillazioni per la nascita del nuovo governo. Non a caso, in questi ultimi giorni di campagna elettorale, la regione è stata battuta in lungo e in largo dai principali leader politici nazionali, da Berlusconi a Salvini a Di Maio.

Berlusconi, furioso per il veto di Di Maio su qualsiasi forma di partecipazione di Forza Italia al governo M5s-Lega, ha lanciato dal Molise venerdì le sue bordate più pesanti contro i pentastellati (“un partito che non conosce l’abc della democrazia, formato solo di disoccupati, che rappresenta un pericolo per l’Italia. Nella mia azienda li prenderei per pulire i cessi”).

Di Maio punta a un successo per pareggiare il conto con Salvini, che sente già la vittoria in tasca in Friuli (dove si vota domenica 29 aprile) ma anche per il valore simbolico che avrebbe per il Movimento la conquista della sua prima regione in Italia, dopo aver fallito l’obiettivo nel Lazio e Sicilia. Mentre Salvini punta soprattutto a un sorpasso della Lega su Forza Italia. Un esito che, corroborato dal probabile successo del leghista Massimiliano Fedriga in Friuli, potrebbe essere il viatico per consumare lo strappo definitivo con il Cavaliere a livello nazionale. E dar vita al governo M5s-Lega.

 

Published by
FIlippo Limoncelli