ROMA – Il Molise, la seconda regione più piccola d’Italia, sogna un aeroporto tutto suo e per questo ha varato già due progetti diversi. L’ultimo ha ricevuto l’avallo del presidente della Regione Michele Iorio il 12 settembre. Il 16 e 17 ottobre si vota per il rinnovo del Consiglio Regionale. Michele Iorio, Pdl, si prepara alla sfida che potrebbe confermarlo per la terza volta governatore. Sull’aeroporto che dovrebbe sorgere tra Cantalupo nel Sannio e San Massimo (insieme arrivano a malapena a 1500 abitanti) nega sdegnato si possa trattare di una marchetta elettorale per assicurarsi il terzo mandato. Questa è solo l’opinione della sinistra “nichilista”. E’ un fatto, però, che la stessa Regione già dieci anni fa aveva deciso, con un accordo tuttora vigente con il Ministero dei Trasporti, di localizzare lo scalo di un altro aeroporto, a Sepino, altra metropoli di 2 mila abitanti. Coincidenze?
Seguiamo l’iter per la costruzione dell’aeroporto di Sepino, come ce lo racconta Giuseppe Salvaggiulo de La Stampa. Nel 1999 la Regione stanzia 200 mila euro: nasce la società Aeroporto di Sepino, con dentro enti locali e un consorzio industriale. Viene individuata e vincolata l’area destinata allo scalo. Nel 2004 la stessa Regione, Iorio presidente, stabilisce che l’aeroporto “è indispensabile per contribuire con concretezza alla ripresa economica del Molise”. Giusto: e infatti, a ridosso delle elezioni regionali del 2006, la giunta di Iorio stanzia altri 750 mila euro per il progetto definitivo. Iorio vince le elezioni per la seconda volta, ma non appena insediato, nel 2007, l’aeroporto non è più indispensabile, e chiude la borsa. La società Aeroporto Sepino non ha più ragione di esistere, ma non muore: risulta ancora in via di scioglimento. Nel frattempo si continuano a pagare presidenti e e cda delle numerose società nate ad hoc, si moltiplicano gli incarichi, le consulenze, le perizie, con conseguente spreco di denaro pubblico, nell’ordine di centinaia di migliaia di euro.
Spreco è la parola giusta, visto che tutti gli esperti giudicano un aeroporto in Molise (non quello in particolare) troppo costoso, irrealizzabile, inutile da un punto di vista commerciale e logistico. Basti pensare che l’Enac (Ente nazionale dell’aviazione civile) considera inutili la metà dei 48 scali italiani e propone la chiusura secca di almeno dieci di questi simulacri di efficienza e veri e propri scalpi elettorali da esibire ogni 5 anni. Tornando al nuovo progetto e al “nichilista” dell’opposizione, Michele Petraroia, consigliere regionale del Pd, spiega: “Da Termoli (seconda città della Regione) si arriva prima a Pescara, un’ora di autostrada, che a Cantalupo. Dunque la parte davvero interessata sarebbe di soli 200 mila abitanti, mentre si tagliano i bus locali e si viaggia su una rete ferroviaria ottocentesca”. In effetti, con la Basilicata, il Molise ha la rete infrastrutturale più obsoleta del Paese: soli 36 km di autostrada, mentre per viaggiare in treno da Campobasso a Roma, 230 km, si impiega lo stesso tempo della tratta Roma-Milano, 600 km. Ma per Iorio lo scalo di Cantalupo è “indispensabile”. Come quello di Sepino? A sentir lui parrebbe di sì: “Entrando nel circuito di scali secondari il Molise potrà godere della sua centralità geografica con enormi vantaggi”. Lo stesso entusiasmo è condiviso dai progettisti: “Garantirà investimenti stranieri e valorizzerà i prodotti tipici locali”. Il marketing è già partito, lo slogan è pronto: “I caciocavalli a fianco delle tecnologie aerospaziali”. L’importante è continuare a sognare, a spese del contribuente. Se vincerà le elezioni, scommettiamo che anche Cantalupo sarà abbandonato e che nel 2033 la società Sepino aeroporto sarà ancora in via di scioglimento?