Giancarlo Tulliani è tornato sul luogo del “misfatto”: il “cognato” di Gianfranco Fini è infatti stato “pizzicato” dagli obiettivi di “Chi” a Montecarlo, proprio nel Principato dello “scandalo” della casa ereditata da An e nella quale viveva proprio il fratello della compagna del presidente della Camera.
La vicenda è stata raccontata sul Giornale da Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica (l’articolo è stato anche ripreso da Dagospia).I due scrivono che “con queste premesse, è comprensibile che l’ancora indagato Fini (il quale è arrivato a promettere le proprie dimissioni in caso fosse provato che la casa è del fratello di Betta) si augurasse un rapido trasloco del cognato, sperando forse che la vicenda sedimentasse così più facilmente. Ma il giovane Giancarlo evidentemente si è affezionato al Principato e ai suoi lussi, e pare abbia ignorato il «non rientrate in quella casa»”.
La “tempesta mediatica” che si era scatenata sull’affaire monegasco aveva fatto sì che Tulliani se ne tenesse alla larga per tutto questo tempo. Ma ora, raccontano Chiocci e Malpica, “col freddo e le luci sull’affaire più basse, torna anche lui, monsieur Giancarlo: in grande spolvero e in dolce compagnia. Sono ancora i paparazzi di Chi a sorprendere il «cognato» a Montecarlo, sorriso smagliante come non lo si vedeva da tempo, e immancabile camicia bianca. Tullianino è con due bionde, la sua fidanzata e un’amica, seduto fronte vetrina a uno dei tavoli dell’esclusivo «Beef Bar», panoramicissimo ristorante specializzato in carni d’importazione, affacciato sul porticciolo turistico di Fontvieille, il quartiere costruito sottraendolo al mare, appena sotto la fortezza del Principe”.
Ma ora, a quanto pare, i timori sono svaniti: “a giudicare dalle foto, il fratellino di Elisabetta non ha dunque mollato l’osso immobiliare, non ha assecondato l’auspicio di Gianfranco a restituire le chiavi al «padrone di casa», chiunque sia. È di nuovo lì, ancora in pista, forse per non sprecare quella «conoscenza del mercato immobiliare del Principato» che Fini gli aveva attribuito all’inizio della storia. Forse solo per godersi le mollezze del Principato: in fondo, la residenza gli è stata data su garanzia di un deposito bancario, non per la sua attività professionale”.