Con una mossa che solo un italiano può fare, il primo ministro Mario Monti ha mandato una sua lettera al Wall Street Journal in cui contesta un editoriale a lui ostile del quotidiano americano. La mossa di Monti è sconcertante: vi immaginate Obama, Cameron, Sarkozy, Putin che scrivono ai giornali per polemizzre? Non lo fa nemmeno Nursultan Nazarbayev, presidente del Kazakhstan, che più astutamente compra paginate di pubblicità.
Per Monti questo è un bis in pochi giorni, dopo la lettera inviata dal Giappone al Corriere della Sera a seguito della sua gaffes sul consenso suo e dei partiti. Ora è toccato al Wall Street Journal, reo di avere scritto che la riforma del lavoro partorita dal vertice tra Mario Monti e i segretari dei tre partiti che lo sostengono “è una resa a coloro che cercano di trascinare” l’Italia verso il precipizio. Con quello che è stato giustamente definito un “duro editoriale” il Wall Street Journal si è rimangiato quanto scritto poche settimane fa, quando aveva paragonato Monti a Margaret Thatcher. Anzi il Wsj, in piena autocritica, ha definito “un attacco di eurofollia”» avere scritto che Monti poteva essere un leader del calibro di Margaret Thatcher e lo ha retrocesso a Edward (Ted) Heath, “l’incapace (hapless”) primo ministro conservatore inglese che precedette la Thatcher e che fu sberleffo non solo della sinistra ma anche della destra.
Nella replica, assai stizzito e quanto mai ex cathedra, Monti sbotta che non ha mai voluto essere la Thatcher italiana. Su questo non c’è dubbio, non è unn paragone edificante: è una donna, simbolo di esacrazione della sinistra dei cui voti Monti ha bisogno se vuole diventare presidente della Repubblica, ed è finita demente, come si è visto al cinema.
La lettera professorale di Monti è sul sito internet del Wall Street Journal. La riforma, scrive Monti, “è complessa” e merita “analisi approfondite” e non “giudizi sommari”; avrà un impatto “grande e positivo sull’economia italiana […] Non ho mai cercato di essere la Thatcher dell’Italia, quindi non ho obiezioni se ritirirete quel titolo”.