La Cei: “Sì alla moschea, all’interno di regole”

MILANO – Sulla questione delle moschee, arriva il pronunciamento ufficiale della Chiesa cattolica. Che, comprensibilmente, non poteva far altro che ribadire il principio della tolleranza religiosa e quindi della libertà di culto. “E’ un diritto fondamentale permettere ai credenti delle varie religioni, musulmani compresi, di pregare nei loro luoghi di culto”.

Lo ha specificato segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, che, in riferimento alle moschee, sottolinea che esse vanno costruite tenendo conto della Costituzione e delle leggi italiane. In particolare, per quanto riguarda la moschea “essa non è un semplice luogo di culto, ma un luogo sociale, culturale e di incontro ed è quindi giusto tenere conto di questa caratteristiche e delle esigenze che questo luogo risponda nell’utilizzo pratico alle esigenze di vita sociale della nostra nazione e comunità civile secondo la Costituzione e le leggi del Paese”.

L’arma elettorale brandita dalla destra a Milano contro il candidato dell’opposizione Pisapia, cioè il pericolo di un’islamizzazione della città, non viene brandita dalle gerarchie ecclesiastiche. La presa di posizione, senza accenti polemici, ma chiara e definitiva, sottrae la Chiesa da un abbraccio considerato una forzatura. La vigilanza su potenziali infiltrazioni terroristiche, il rispetto degli standard civici non possono costituire un ostacolo all’esercizio del proprio credo religioso. Anzi, proprio un luogo di incontro e preghiera è il baluardo migliore contro le derive fanatiste. Apertura e dialogo sono il migliore antidoto alla ghettizzazione. Quanto ai reati, ai timori per l’ordine pubblico ci sono le leggi e chi sa farle rispettare. Non certo vietando in anticipo un diritto fondamentale come la preghiera.

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Warsamé Dini Casali