La discussione sulla mozione contro il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo comincia a Montecitorio in un’aula semideserta. Vuoti i banchi del governo. All’inizio c’è solo il sottosegretario alla Giustizia Maria Elisabetta Casellati. Poi arriva anche il ministro Guardasigilli Angelino Alfano. Per ogni gruppo intervengono i singoli oratori. Il deputato del Pdl Maurizio Paniz difende Caliendo ritenendolo estraneo da ogni accusa. Stessa difesa del sottosegretario arriva dai banchi della Lega. Nicola Molteni osserva come la politica non possa farsi dettare l’agenda dalle inchieste della magistratura e dice ‘no’ ad un processo preventivo ”fatto solo per indebolire il governo”.
Anche da parte del deputato del Pdl Manlio Contento c’e un intervento che punta a scagionare il sottosegretario da ogni accusa. Il parlamentare rilegge in un napoletano stentato (lui e’ di Udine) tutte le intercettazioni relative alla ormai nota cena a casa di Denis Verdini. Da queste intercettazioni, secondo Contento, emergerebbe non solo l’incapacita’ delle persone coinvolte di interferire anche sugli equilibri della Consulta, ma la totale estraneita’ dei fatti per quanto riguarda Giacomo Caliendo. Dalle conversazioni, infatti, ”risulta – sottolinea Contento – che Caliendo se ne era andato subito da questa cena e che non ha mai intrattenuto alcuna conversazione telefonica con Flavio Carboni”.
Alla fine dell’intervento del deputato del Pdl, Alfano si è alzato dai banchi del governo per complimentarsi con lui. Ma proprio mentre i colleghi del Pdl stavano applaudendo Contento, c’è stata nell’emiciclo di Montecitorio una ‘quasi rissa’. Giuseppe Calderisi, avrebbe rivolto una battuta ai deputati che erano dietro Contento: ”Ah, ma applaudi anche tu?”. Calderisi si rivolgeva, secondo una prima ricostruzione, alla parlamentare Souad Sbai da poco passata dalla parte dei finiani. A risentirsi, invece, è stato un deputato del Pdl, Marco Zacchera, il quale si è alzato risentito gridando nell’emiciclo: ”Ma io mica sono di ‘Futuro e Liberta’!”. Quindi, il parlamentare si è alzato e si è andato a mettere molto lontano da Calderisi, quasi tra i banchi della Lega.
Contro Calderisi si è poi alzato un altro esponente di “Futuro e Libertà” che con l’indice alzato ha cominciato a gridare verso di lui. I commessi sono arrivati in forze per separare i parlamentari, ma Peppino Calderisi si è allontanato prima che potesse succedere qualcos’altro.
Contro Caliendo, invece, hanno parlato Gianclaudio Bressa (Pd) che ha definito il suo caso ”una questione politica”. ”Le sue dimissioni – ha spiegato Bressa – sarebbero l’unico atto che consentirebbe di chiarire la vicenda”. Anche il responsabile Giustizia del Pd Andrea Orlando ha difeso la mozione criticando il sottosegretario. ”Abbiamo posto una questione – ha sostenuto Orlando – del tutto svincolata all’evoluzione delle vicende giudiziarie”.