Ha accumulato una serie di debiti arretrati con l’Ama, l’azienda che si occupa dello smaltimento dei rifiuti di Roma, per la considerevole somma di 2000 euro. Difficilmente però potrà onorare questa cifra: si tratta di un bambino di sette anni. Questa è la paradossale storia di Leonardo M. e della sua famiglia, residente nella capitale.
L’ha raccontata Roberto, il papà del bambino “indebitato”: a gennaio si è visto recapitare una raccomandata intestata al figlio e una volta ritirato il plico ha scoperto che non si trattava di una lettera qualsiasi, ma di un’ingiunzione di pagamento per arretrati che risalgono al 2004.
Dopo aver effettuato controlli scrupolosi, vagliando ogni particolare per cercare di capire dove fosse l’errore, si è dovuto arrendere all’evidenza che non si trattava di un caso di omonimia: tutti i dati coincidevano esattamente con quelli di Leonardo, compreso il codice fiscale. Una situazione grottesca: non soltanto il destinatario della multa è un bambino, oltretutto l’ingiunzione è arrivata a una famiglia che ha sempre pagato regolarmente le tasse sui rifiuti.
Roberto quindi ha raccolto tutte le ricevute e ha contattato l’azienda per cercare di chiarire l’equivoco. I responsabili dell’ufficio reclami hanno rassicurato l’uomo, evidentemente si tratta di un errore della burocrazia. Hanno dato appuntamento a Roberto il 18 febbraio per risolvere il malinteso: il piccolo Leonardo può richiudere il libretto degli assegni.
*Tommaso Rodano
