ROMA – Trentacinquemila euro di multe collezionate in due anni. Tutti con la macchina del partito, e tutti “per fare politica”. Trentacinquemila euro che nei registri di Luigi Lusi, l’ex tesoriere della Margherita accusato di appropriazione indebita, portano un nome e cognome, quello di Beppe Fioroni, ora nel Pd.
Fioroni non nega la possibilità di aver preso le multe ma precisa di non essere stato lui alla guida, ma gli uomini che ne proteggono la sicurezza. Soprattutto spiega che è prassi, e che nel Pd funziona così, che le multe prese per missione politica le paghi il partito.
”Questa storia mi ha proprio scassato le balle – esordisce Fioroni in un’intervista a Repubblica – La macchina non era mia, era della Margherita. Le multe di Fioroni non esistono”.
“Ho rinunciato da sempre alla tutela della polizia appoggiandomi ad ausiliari di pubblica sicurezza del partito per risparmiare, dipendenti del Pd o della Margherita che mi fanno da scorta”, spiega Fioroni. ”C’è un decreto con cui il Viminale dispone che io sia accompagnato da queste persone, che sono armate e hanno lampeggiante e paletta”.
In questa situazione, prosegue l’ex ministro, ”per annullare le sanzioni bisogna presentare la certificazione. Evidentemente alla Margherita nessuno l’ha fatto. Lusi avrà ritenuto di doverle pagare. Comunque – sottolinea – ai pm ho spiegato tutto. Con il Pd non ho mai preso una multa, o meglio, quelle che ho preso sono state annullate”.
Le multe in questione ”non so se davvero sono mie o se c’è scritto il mio nome per coprire qualcos’altro. In due anni con quella macchina ho fatto 240mila chilometri”, dichiara Fioroni. L’auto ”veniva usata per fare politica. Se devo andare a un convegno, non posso rimanere bloccato nel traffico. E’ anche per una questione di sicurezza. Si cambiano i percorsi, si passa col rosso, si accelera, si fanno le preferenziali”.