ROMA, 2 GIU – Nella sua lunga storia l’Italia unita ha fatto ”un lungo cammino e straordinari balzi in avanti, ma non sottovalutiamo il peso di problemi di fondo non risolti, di contraddizioni non superate, di squilibri e tensioni persistenti nel tessuto economico e sociale del Paese”, ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al pranzo di Stato al Quirinale.
”Non sottovalutiamo soprattutto – ha aggiunto Napolitano – la portata delle nuove sfide che l’Italia e’ chiamata ad affrontare in un’epoca di radicale e incessante cambiamento della realta’ mondiale. Si tratta di sfide che sono dinanzi al nostro paese in quanto tale, ma anche di sfide comuni che l’Europa unita e l’intera comunita’ internazionale debbono saper raccogliere e vincere insieme. Ebbene, l’Italia fara’ la sua parte”.
”Non nascondiamo le nostre difficolta’, ma sono certo che saprete guardare con amicizia e con fiducia al nostro impegno. L’Italia fara’ la sua parte perche’ avanzi nel mondo la causa della pace, dei diritti umani, delle democrazia, di un equilibrato, equo, sostenibile sviluppo economico e sociale globale”. Con queste parole, rivolte ai capi di Stato e altri ospiti, Giorgio Napolitano ha concluso il discorso al pranzo di Stato offerto al Quirinale. Sono certo, ha detto, che lo farete ”con l’amicizia che la vostra presenza qui oggi ci ha testimoniato, con la fiducia che l’Italia merita”.
”Siamo consapevoli dell’ineguagliabile valore del patrimonio storico di cui, nella modestia delle nostre persone, siamo eredi come italiani” ma siamo anche consapevoli ”della responsabilita’ che ci spetta di mostrarcene degni custodi e continuatori”.
“Saremo all’altezza di questo compito, ha aggiunto, ”mai dimenticando l’ampiezza di orizzonti, ben oltre i nostri confini, che ha animato gli spiriti piu’ altamente rappresentativi del genio italiano”.
A questo proposito ha citato Dante Alighieri che ”scrisse di se’, nei primi anni del XIV secolo: ‘Noi che pure amiamo Firenze tanto da subire ingiustamente l’esilio per averla amata, abbiamo per patria il mondo, come i pesci il mare”.
