ROMA – Eugenio Scalfari, Emanuele Macaluso, Gianni Letta: sarebbe la lista dei papabili al seggio di senatore a vita secondo i rumors del Corriere della Sera. Giorgio Napolitano, tra le prerogative del presidente della Repubblica, ha quella di nominare da uno a cinque senatori a vita, su questo esiste una certa ambiguità interpretativa della Costituzione. Dopo la morte di Sergio Pininfarina a luglio, esisteva un po’ di aspettativa sul sostituto che Napolitano avrebbe scelto. Il capogruppo Pdl alla Camera Gasparri si è affrettato a criticare le voci, sia nel merito e nel metodo, in riferimento ovviamente a Scalfari e Macaluso, troppo amici o contigui politicamente. Critiche giunte addirittura prima della smentita ufficiale giunta dal Quirinale.
Non c’è l’arrosto, insomma, ma quel fumo per qualcuno odora, per qualcun altro puzza. Se la biografia e la cultura di Emanuele Macaluso raccontano di un’esperienza decennale di amicizia e condivisione politica con l’attuale capo dello Stato (erano entrambi esponenti dell’ala migliorista nel fu Pci), le congiunture politiche attuali lasciano intravedere, congetturare, insinuare. Nel senso che, visti i nomi, sulle scelte eventuali graverebbe l’ipoteca di scambi inconfessabili, do ut des per nulla edificanti, trannsazioni innominabili.
La furente polemica sulla presunta trattativa Stato-mafia con gli annessi delle registrazioni telefoniche del Quirinale intercettate dalla Procura di Palermo e relativi ricorsi alla Consulta, ha fatto danni a sinistra. Eugenio Scalfari sta con Napolitano, questo basta a Il Fatto per insinuare la ricompensa con il prestigioso laticlavio senatorio. Su Gianni Letta, la letteratura retroscenista è ancora più ricca e coinvolge direttamente il governo Monti, di cui Napolitano è stato il principale “mallevadore” (per utilizzare un termine caro a Giuliano Ferrara che pure in questa fase apprezza e sostiene sia Giorgio che Mario). Cioè Napolitano si sarebbe fatto garante, impegnandosi personalmente, per l’adempimento di un obbligo verso qualcuno.
Qualcuno chi? Ma Berlusconi, è ovvio, che altrimenti non si sarebbe mosso da dov’era preferendo morire con tutti i filistei invece di lasciare spazio al governo dei tecnici/salvatori. Gianni Letta è il garante di Berlusconi. Solo che, per via di certi problemucci giudiziari non era il caso di abbinarlo in ticket con Giuliano Amato, per fare da cani da guardia al governo per conto della strana maggioranza bipartisan. Scremando le opzioni fallite, incrociando le opposte garanzie, si arriva a Letta senatore a vita. Un po’ complicato ma fila, sempre che oltre al retro, ci sia anche una scena.