ROMA – Era nato nel 2009 ed era sparito sotto l’indignazione di tanti, ora torna sul web il Partito Nazionalista italiano di Gaetano Saya all’urlo di “Via gli stranieri e i gay, morte ai politicanti”. Il Pni è un gruppo che smaccatamente richiama al nazismo e che ora fa una nuova chiamata alle armi, con tanto di sito, di spot, di gruppo su Facebook, di programma in 25 punti, di moduli d’iscrizione e di divise per “difendere la Patria”. Poi un appuntamento: il 24 e il 25 settembre a Genova è prevista la “prima adunata delle legioni” dove si dovrebbe procedere al reclutamento dei primi simpatizzanti che hanno inviato il modulo tramite il sito.
“Prepariamoci alla battaglia”, tuona Saya in un post scritto il 19 agosto su Facebook. Come ci ricorda ‘Repubblica’, Saya è un ex leader del Msi, ideatore delle “ronde nere” e della Guardia nazionale a suo tempo balzato agli onori delle cronache per aver creato un servizio segreto parallelo.
Quando si scoprì, nel 2009, che Saya organizzava le ronde nere ci fu uno scandalo all’interno dell’Msi e il suo gruppo fu accantonato del dimenticatoio. Ora, però, torna prepotentemente “in auge” con un sito internet e una nuova chiamata alle armi. Nello spot, debitamente caricato su YouTube, vengono mostrate le cosiddette “uniformi per la difesa e la sicurezza della Patria”, liberamente acquistabili sulla pagina web ufficiale del movimento nazionalista: prevedono una camicia bianca, cravatta e cintura nere, scudetto dell’Italia e l’immancabile Sole nero, simbolo del misticismo hitleriano, segno caratteristico del PNI.
Il “programma per la liberazione dell’Italia” è articolato in 25 punti e prevede, tra le altre cose, “l’immediata uscita dell’Italia dall’Unione Europea” (articolo 2) . Possono essere cittadini italiani solamente “i connazionali di sangue italiano” e, a tal proposito, “si dovrà impedire ogni nuova immigrazione di non-italiani” (articolo 8). I nazionalisti chiedono, inoltre, “che tutti i non-italiani che sono immigrati in Italia dopo il 31 dicembre 1977 vengano costretti a lasciare immediatamente il territorio nazionale”. Altri punti prevedono la “statalizzazione di tutte le imprese e gli istituti di credito e delle industrie” e l’introduzione della pena di morte per “gli usurai, i profittatori e i politicanti”. Il programma del partito (nel quale le donne non possono ricoprire alcun incarico) si conclude con l’impegno, da parte dei suoi dirigenti, a “lottare a fondo, se necessario esponendo la propria vita, per l’attuazione di questi punti”.
Saya, sul suo sito, dichiara anche guerra agli omosessuali, che “vanno buttati fuori dal Parlamento e dalle istituzioni” (a tal proposito diffama un ministro, citando presunte informative della polizia sulle sue abitudini sessuali). Compito di queste milizie illegali è anche quello di battersi contro i “comunisti”, il cui “obiettivo primario è l’invasione sistematica della nostra Nazione da parte di zingari, albanesi, marocchini ed islamici di vario colore, propendono affinché vengano riconosciute di fatto le famiglie tra omosessuali e vorrebbero affidare a questi pervertiti la custodia di bambini”.
