Francesco Lollobrigida, l’attuale ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, nel 2019 si schierò apertamente a difesa della famiglia Piscitelli e chiese di svolgere i funerali in forma pubblica per Diabolik, l’ultrà della Lazio freddato con un colpo alla testa su una panchina vicino al Parco degli Acquedotti a Roma il 7 agosto di quell’anno. Lollobrigida, all’epoca era capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia e si schierò tramite un post apparso su Facebook di cui dà notizia oggi Il Fatto Quotidiano.
L’esplosione del caso delle chat tra il suo portavoce Paolo Signorelli e Diabolik, ha imbarazzato il Governo e gli alleati di maggioranza. Dopo la diffusione dei messaggi WhatsApp estratti da una copia forense presente agli atti di un’inchiesta e diffusi da Repubblica, il ministro Lollobrigida ha firmato una nota in cui ha scritto: “Confido possa smentirla al più presto”. In realtà c’è poco da smentire dato che si tratta di messaggi che, in quanto tali, non posso essere smentiti.
Fabrizio “Diabolik” Piscitelli era un’estremista di destra e capo ultrà della Lazio nonché noto trafficante di droga. Nei messaggi tra lui e Paolo Signorelli venivano scambiati insulti agli ebrei, lodi agli ex Nar e i “daje” per il boss assolto. Ci sono insulti al giornalista Gad Lerner che viene definito “porco”, ci sono gli “onori” resi a ex terroristi neri come Valerio Fioravanti, Pierluigi Concutelli, Luigi Ciavardini e Mario Tuti. C’è anche l’esultanza per l’assoluzione del boss albanese Elvis Demce.
Viene ora da chiedersi come mai Lollobrigida, cognato fra l’altro della premier Giorgia Meloni, non abbia voluto scaricare il suo portavoce. A farlo è stato lo stesso Signorelli che si è autosospeso ed ha rinnegato se stesso parlando di chat “con contenuti gravi”.
Dopo l’omicidio di “Diabolik” avvenuto 5 anni fa, il ministro Lollobrigida si schierò a difesa della famiglia Piscitelli chiedendo di svolgere i funerali in forma pubblica. Queste le sue parole: “La tragica vicenda legata alla morte di Fabrizio Piscitelli va approfondita e chiarita. Ritengo però davvero incomprensibile non permettere ai suoi amici di partecipare come desiderano al funerale, costringendo la famiglia alla forma privata del rito”, scriveva Lollobrigida.
Poi si schierava dalla parte degli Ultras della Lazio: “Non sembrano esserci infatti comprovati motivi di ordine pubblico che possano giustificare un provvedimento di questa natura. Semmai forse il rischio è il contrario, con una inutile esasperazione degli animi della tifoseria Laziale legata alla storia sportiva di Fabrizio Piscitelli, e non certo alle altre vicende. Spero in un ripensamento del Questore: accolga l’appello della famiglia e dei tifosi di fede biancazzurra”.
La nota di Lollobrigida arrivò dopo che il Questore aveva negato i funerali in forma pubblica perché Piscitelli era stato ucciso con metodi mafiosi. Dopo tutto si trattava senza dubbio di un capo ultrà, ma anche di un trafficante di droga.