ROMA – L’acqua deve restare pubblica, nessuno deve trarre profitto dalla gestione degli acquedotti: il principio รจ stato abbracciato dal governatore Nichi Vendola che tanto si รจ speso per il referendum del 12 giugno scorso. Ma quello che vale a livello nazionale non vale a livello locale. Lo sdoppiamento di Vendola รจ stato il seguente: il segretario di Sel si รจ speso per il sรฌ al referendum, ma ora il governatore pugliese ha detto che no, le tariffe sull’acqua non verranno tagliate in Regione.
Il referendum ha bocciato la possibilitร per il gestore “di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio”. Ma ora Vendola ha fatto sapere ai pugliesi: “ร indispensabile fare i conti con la realtร per non precipitare nei burroni della demagogia: sullโAcquedotto Pugliese abbiamo deciso di intraprendere la strada dellโefficientamento e su quella proseguiremo. Per questo non abbasseremo le tariffe”.
“In Puglia – aggiunge Vendola – in realtร non siamo di fronte alla scelta di abbassare la tariffa del 7% e di conseguenza gli investimenti perchรฉ quella remunerazione non รจ utilizzata, come dovrebbe, per gli stessi investimenti, ma rappresenta la copertura di un debito e quindi dal punto di vista finanziario un costo”.
Qualcuno ha provato a chiedergli come mai non avesse chiarito questa doppia morale prima dei referendum. Risposta semplice e diretta: “Nessuno me lo ha chiesto”.
