Nomine Rai, RaiTre e Tg3 ancora in sospeso. Di Pietro: “Aspettano il congresso del Pd”

Il ritardo nelle nomine dei vertici di RaiTre e del Tg3 scatena le polemiche all’interno del Cda e del mondo politico. Gira il sospetto, infatti, che Paolo Ruffini e Antonio Di Bella non vengano rinnovati per saggiare, prima di un’eventuale riconferma, gli equilibri definiti dal prossimo congresso del Pd, quando si saprà se sarà Bersani o Franceschini il vincitore.

Nonostante il direttore generale, Maurizio Masi, ribadisca: «Di quelle nomine parleremo certamente ad inizio settembre. Ma una cosa è certa: non saranno le­gate in alcun modo al congresso del Pd», la cosa non dipende solo da lui. Ma mentre i democratici negano ogni responsabilità (a cominciare da Franceschini, che definisce «totalmente falsa» la ri­chiesta di attendere il congresso per decidere, e dallo stesso Bersani), Antonio di Pietro, dal suo blog, punta il dito contro l’opposizione: «Il temporeggiamento è dovuto all’attesa del congresso del Pd, perché se vincesse uno piuttosto che l’altro, la scelta dei portaborse per ricoprire le due poltrone vacanti sarebbe differente. Il Pdl, che si indigna per questo contrattempo, ha piazzato già da tempo i propri “chihuahua” praticamente in tutte le altre posizioni».

Il leader Idv non fa sconti nell’analizzare la situazione del servizio pubblico: «La Rai cambi nome, perché non è più una televisione di Stato, ma una costola di Mediaset, governata da portaborse alla corte dei partiti. Dopo le nomine dei controllori della commissione di Vigilanza, dopo la spartizione del Cda, dopo l’occupazione delle dirigenze, rinnovate a prescindere dalla meritocrazia e dall’operato degli uscenti, stiamo assistendo all’ultimo scandaloso show sul ritardo nelle nomine di Tg3 e Raitre».

Con il prolungarsi dell’attesa, intanto, si rafforzano tre diverse linee di pensiero: i rutel­lian-cattolici (per cui spunta il nome di Barbara Palombelli) contro i dalemiani (che punterebbero su Bianca Ber­linguer) contro i veltroniani, fermi sull’attuale organigramma. In realtà, tra i papabili, spuntano anche i nomi di Carlo Freccero e Enrico Mentana. Che però, secondo i consiglieri dell’opposizione, verrebbero messi in campo solo per sostituire la figura troppo “scomoda” di Ruffini.

«Noi – afferma Nino Rizzo Nervo – non siamo contrari per principio ai cambiamenti, ma vo­gliamo spiegazioni. Perché cam­biare Ruffini se ha fatto bene?». A suo giudizio, infatti, la sostituzione sarebbe una manovra contro gli attuali programmi di RaiTre. Un’opinione condivisa anche dall’altro con­sigliere in quota Pd, Giorgio van Straten: «La verità è che certe trasmis­sioni, specie quelle di satira, dan­no più fastidio di altre e Ruffini è legato a quel tipo di programma­zione». Entrambi, quindi, rinvia­no la responsabilità dello stallo a Masi, che – secondo loro – preferirebbe sostituire Ruffini con Di Bella e Di Bella con la Berlinguer.

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luiss_sgrattoggi