L’obiettivo del Cavaliere resta sempre lo stesso. Aggiungere ai 296 voti sicuri (e cioè la somma di Pdl più la Lega) 20 ‘new entry’ per arrivare a quota 316 ed essere cosi’ autosufficiente dai finiani che però continuano a ribattere con forza di ”essere determinanti”. I nuovi innesti per l’ipotetico gruppo dovrebbero arrivare dalle formazioni iscritte al gruppo misto: 2 voti dai Repubblicani e Adc (Francesco Nucara e Francesco Pionati) e i 5 deputati di ‘Noi Sud’ (Arturo Iannaccone, Elio Belcastro, Antonio Gaglione, Antonio Milo e Luciano Sbardelli).
Tra i voti certi alla maggioranza, poi, ci sarebbero quelli dei 3 parlamentari dei Liberaldemocratici (Daniela Melchiorre, Italo Tanoni e Maurizio Grassano). Nei conteggi sarebbero inclusi 4 componenti dell’Mpa di Raffaele Lombardo anche se quest’ultimi hanno dichiarato di voler votare la fiducia al governo senza però entrare in nessun gruppo.
Fin qui i voti di fiducia ”sicuri” arrivano a quota 14 e non tutti disposti ad aderire al nuovo gruppo. Ne mancano dunque almeno sei. I tre deputati delle autonomie linguistiche (due dell’Svp e un valdostano) hanno fatto sapere di non essere disposti a trattare con Berlusconi. Frenata anche dai deputati siciliani dell’Udc, dei quali nei capannelli della maggioranza si parlava con insistenza, cosi’ come si ipotizzano trattative in corso con l’Api. ”Dall’Udc non ce ne andiamo. Ho solo espresso, insieme ai miei colleghi di partito, il dissenso sulla linea politica di Casini che ha chiesto le dimissioni del premier”, chiarisce Saverio Romano, deputato dell’Udc, smentendo dunque le voci di una sua adesione, insieme a quella di altri 3 corregionali centristi (Mannino, Ruvolo e Drago) e al napoletano Pisacane al gruppo di ‘Responsabilita’ nazionale’. Il premier Silvio Berlusconi, nel frattempo, avrebbe contattato anche Antonio Fosson (senatore iscritto al gruppo dell’Autonomie) ed il presidente della regione Valle d’Aosta Augusto Rollandin.