ROMA, 2 GIU – ''La decisione della Cassazione e' assurda, il quesito referendario e' paradossale''. Intervistato da Repubblica, il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani commenta cosi' la sentenza della Corte di Cassazione, che ha stabilito che il 12 e 13 giugno si terra' il referendum sul nucleare.
''Il nuovo quesito abroga una norma che non prevede le centrali nucleari'', afferma Romani. ''L'altro fatto, ancora piu' grave, e' che noi abbiamo previsto di definire in futuro la nuova strategia energetica con un riferimento implicito alle rinnovabili. Pure questo punto verrebbe spazzato via''.
Il ministro rivolge un appello ''a Bersani, Di Pietro e ai referendari. Gli chiedo di essere onesti intellettualmente e di non prendere in giro i cittadini, perche' questo 'innovativo' quesito referendario previsto ora dalla Cassazione non e' piu' sul nucleare, che e' stato abrogato dal governo, ma sulle questioni di sicurezza e sulle energie rinnovabili''.
Per Romani e' possibile che i quesiti vengano interpretati come un referendum su Berlusconi, ma, sottolinea, ''non vorrei che la Corte di Cassazione facesse parte di questo teorema e che quindi la sentenza fosse l'ennesima spallata dei giudici''.
