Il sito del Guardian ha pubblicato il testo della relazione dell’incaricata d’affari dell’ambasciata USA Elizabeth Dibble dedicata a Silvio Berlusconi di cui erano state anticipate alcune frasi nei giorni scorsi. È un documento del 9 giugno del 2009 destinato al presidente Barack Obama prima della visita a Washington del Presidente del Consiglio italiano.
La nostra relazione con Berlusconi è complessa. A parole è filoamericano e su molte questioni e’ venuto incontro alle nostre richieste in un modo e ad un livello che il governo precedente non era intenzionato o capace di assecondare, sin dal suo ritorno al potere la scorsa primavera cosi come nei suoi precedenti governi. Nei suoi primi 90 giorni di governo, ha approvato una discussa espansione di una base statunitense che era stata bloccata da inefficienza burocratica e un’opposizione politica antiamericana; ha eliminato le restrizioni sulle truppe italiane in Afghanistan; e ci ha permesso di installare due dei tre commando AFRICOM in Italia. Allo stesso tempo, ha criticato la Scudo Missilistico, l’allargamento della Nato e il sostegno all’indipendenza del Kosovo definendole provocazioni americane alla Russia. Ha ritenuto che l’offensiva militare di Putin in Georgia nell’Agosto del 2008 fosse necessaria per porre fine allo sterminio di innocenti causato dal presidente georgiano Saakashvili. Palesa una smisurata fiducia in se’ stesso dovuta ad una solida e consistente popolarità politica che lo ha reso sordo ad ogni espressione di dissenso. Lo stretto controllo che esercita sul suo governo e sul suo partito impedisce al suo staff di dargli notizie sgradite. Il suo modo non convenzionale di governare, abbinato alle sue frequenti gaffe verbali e gli scandali da prima pagina (compresi i battibechi pubblici con sua moglie riguardo alle sue presunte conquiste) hanno portato molti, compreso alcuni nel governo degli USA, a congedarlo come inadeguato, vanitoso e inefficace come leader europeo moderno.
Berlusconi ha approvato la sua decisione di chiudere Guantanamo, e ha pubblicamente e ripetutamente sottolineato il desiderio dell’Italia di sostenere questa mossa accogliendo alcuni detenuti. Il ministro degli esteri Frattini recentemente ha riferito al ministro della giustizia statunitense Eric Holder gli sforzi che i funzionari italiani hanno fatto presso l’Unione Europea per negoziare un progetto di azione comune che permetta il raggiungimento di accordi individuali con gli Stati Uniti. Anche se la minoranza interna alla coalizione di Berlusconi si oppone a prendere qualsiasi detenuto, Berlusconi ha detto chiaramente che vede questo come un impegno morale per aiutare gli Stati Uniti.
La dipendenza dalle fonti energetiche della Russia, accordi economici vantaggiosi e spesso poco trasparenti tra Italia e Russia, e uno stretto rapporto personale tra Berlusconi e Putin hanno distorto l’opinione del primo ministro a tal punto da convincerlo che buona parte delle frizioni tra l’Occidente e la Russia siano dovute agli Stati Uniti ed alla NATO. Agendo da mediatore, Berlusconi pensa di poter riaprire il dialogo e la cooperazione tra l’Europa, gli Stati Uniti e la Russia, ma principalmente alle condizioni della Russia, rimandando a data da destinarsi l’allargamento della NATO all’Ucraina e alla Georgia, riducendo gli sforzi dell’Unione Europea di promuovere la democrazia in Bielorussia, e minando l’importante ruolo dell’OSCE nel promuovere i valori umani e democratici in tutta Europa. Berlusconi si e’ pubblicamente offerto come mediatore nel suo rapporto con il presidente russo Medvedev e confida che lei gli dia un segnale, anche piccolo, che ha il suo permesso di esserlo. Invece, lei potrebbe dirgli che noi pensiamo che i problemi di sicurezza che interessano la comunità occidentale dovrebbero essere affrontati dall’Alleanza nel suo insieme, e che gli Stati Uniti non sono pronti a sacrificare dei valori in cambio di una stabilità di breve durata fondata sulle intenzioni della Russia di comportarsi bene. E che reagiremo – e ci aspettiamo che quelli che condividono questi valori facciano altrettanto – quando la Russia oltrepassa il limite, per esempio quando minaccia la sovranità degli stati confinanti.
Gli stretti legami di Berlusconi con Putin e i rapporti commerciali molto solidi tra la società parastatale italiana ENI e quella russa Gazprom mettono spesso l’Italia in aperto contrasto con gli sforzi del governo statunitense di ridurre la dipendenza dell’Europa dalle fonti energetiche russe. Per esempio, il governo italiano è sostanzialmente ambivalente sui progetti che dovrebbero aiutare l’Europa a diversificare le sue importazioni energetiche, ma al tempo stesso sostiene altri progetti che aumenterebbero la dipendenza dell’Europa dall’energia russa. L’ENI, posseduta al 30% dal governo italiano, spesso detta le politiche energetiche del governo e utilizza la sua influenza, attraverso il governo italiano, per bloccare i programmi europei di liberalizzazione del mercato energetico. Tuttavia, l’Italia sta compiendo alcuni passi nella giusta direzione sostenendo progetti che diversificheranno le sue fonti energetiche. Sarebbe utile se lei potesse portare all’attenzione di Berlusconi le preoccupazioni di lungo corso del governo statunitense sulla sicurezza energetica europea, enfatizzando il fatto che aumentare il flusso di gas russo girando intorno all’Ucraina non è come una politica che ricerca alternative realizzabili in risorse energetiche, percorsi e tecnologie.
10. Il governo Berlusconi sta perseguendo un piano per riportare l’energia nucleare in Italia. Le aziende statunitensi Westinghouse e GE stanno affrontano la dura competizione dei rivali stranieri, in particolare della Francia, il cui governo sta esercitando forti pressioni su quello italiano. È cruciale che gli Stati Uniti chiedano a Berlusconi di aspettarsi una competizione corretta e trasparente se le aziende americane vogliono avere le giuste possibilità di puntare ai progetti nucleari dell’Italia.
11. Iran
Con un’Italia delusa dalla sua esclusione dal tavolo delle trattative del P5 più 1 [i cinque paesi membri del consiglio di sicurezza dell’ONU più la Germania, ndr], Berlusconi sottolineerà la volontà dell’Italia di essere un interlocutore tra Occidente, Israele e Iran, rivendicando dei rapporti eccellenti con tutte le parti coinvolte. Potrebbe anche spingere a rinunciare alla struttura del P5 più 1. Le autorità italiane sono rimaste entusiaste dal suo impegno di avviare rapporti diplomatici diretti con l’Iran, ma non riescono a resistere alla tentazione di essere parte attiva nella creazione dell’evento. Il ministro degli esteri Frattini ha lavorato duramente per garantire una presenza iraniana di rilievo al vertice tra Afghanistan e Pakistan del 26 e 27 giugno, sperando cosi di ospitare il primo incontro tra delegati statunitensi e iraniani degli ultimi decenni.
12. Lybia
Berlusconi ha proseguito nella sua politica di sviluppo di una ampia collaborazione tra l’ Italia e la Libia, principalmente per arrestare il flusso di immigrati clandestini provenienti dalle coste libiche, ma anche per ottenere una corsia preferenziale alle riserve di petrolio libico per le società italiane, in particolar modo l’ENI. Come conseguenza del Trattato di amicizia tra Libia e Italia del 2008 – che ha obbligato la Libia a misure piu’ severe per impedire che gli immigrati clandestini arrivino sulle coste italiane, ma che gli ha anche portato cinque miliardi di dollari in investimenti per lo sviluppo – il leader libico Gheddafi andrà per la sua prima storica visita ufficiale a Roma tra il 10 e il 12 giugno, poco prima della visita di Berlusconi a Washington. Come attuale presidente dell’Unione Africana, Gheddafi sarà presente al summit del G8 dell’Aquila e le anticipo che Berlusconi potrebbe spingerla ad incontrarsi con il leader libico durante la sua visita.
13. Un alleato per la sicurezza
Berlusconi ha mantenuto un impegno militare significativo in Afghanistan (2.600 uomini, la maggior parte nella zona occidentale sotto il comando degli italiani), ma è passato da quarto a sesto maggior partecipante nella missione ISAF (International Security Assistance Force) poiche’ paesi come la Francia e il Canada hanno aumentato i loro contingenti. A Strasburgo – Kehl, il suo governo si è impegnato ad un modesto aumento per garantire la sicurezza nel periodo elettorale che, se reso permanente, porterebbe nuovamente l’Italia nel novero delle principali forze ISAF. Berlusconi ha anche sostenuto la creazione della missione di addestramento della NATO in Afghanistan, portando il numero di Carabinieri per la formazione ad oltre cento unità. L’Italia è stato un fiacco contribuente alle iniziative di aiuto internazionale in Afghanistan e nel Pakistan e ha tagliato i fondi agli aiuti internazionali del 60 percento nel bilancio di quest’anno. Tuttavia, Berlusconi sa che questa è un’area di grande importanza per gli Stati Uniti e probabilmente sarà collaborativo se lo esorterà a fare di più nella regione.
14. I nostri interessi comuni con l’Italia vanno oltre l’Afghanistan. Le strutture statunitensi in Italia permettono una capacita’ di azione unica e sono fondamentali per la nostra possibilità di promuovere la stabilita’ nel Mediterraneo, nel Medio Oriente e nel Nord Africa. Abbiamo quindicimila uomini nelle sei basi italiane e questi insediamenti presentano alcune delle nostre più avanzate risorse schierate fuori dagli Stati Uniti. Le nostre basi e le nostre missioni fuori dall’Italia non sono molto apprezzate, ma il primo ministro Berlusconi, in questo governo come nel precedente, ha reso prioritari i rapporti legati al mantenimento della sicurezza, ed il governo italiano e’ puntualmente venuto incontro alle nostre principali richieste, nonostante i rischi per la politica interna. Il governo italiano ha approvato l’espansione della nostra base di Vicenza per accorpare la 173esima brigata dell’aviazione, il dispiegamento della USAF Global Hawk UAV in Sicilia e l’insediamento dell’esercito e dei comandi della marina AFRICOM sul suolo italiano. Il comando dell’Italia in altre missioni estere ci consente di concentrare gli sforzi sulle nostre priorità. In aggiunta alle sue truppe in Afghanistan, l’Italia al momento ha 2.300 uomini impegnati nei Balcani, 2.400 in Libano ed è uno dei principali partner della missione di addestramento della NATO in Iraq.
15. Conclusione
Il primo ministro e’ una guida incoerente, ma la solida relazione tra Stati Uniti e Italia nelle mostre missioni all’estero porta notevoli benefici alla sicurezza nazionale, la proiezione della nostra forza e ad un programma ad ampio raggio di difesa della sicurezza. Sarebbe allettante liquidare Berlusconi come un interlocutore poco serio, con le sue fissazioni personali, gaffe pubbliche e talvolta imprevedibili valutazioni politiche, ma riteniamo si tratterebbe di un errore. Nonostante i suoi difetti, Berlusconi è stato il termine di paragone della politica italiana degli ultimi 15 anni, e tutto sembra indicare che lo sarà ancora negli anni a venire. Quando siamo stati in grado di coinvolgerlo per ottenere obiettivi comuni, egli si è dimostrato un alleato e un amico degli Stati Uniti. Rispetta e ammira gli Stati Uniti, ed è desideroso di costruire una relazione forte e di successo con lei. DIBBLE