Le opposizioni bocciano la proposta di “lavoro comune” lanciata da Silvio Berlusconi sul Corriere della Sera. Dal Terzo polo, al Pd, all’Idv, tutti dicono no, anche se con qualche distinguo. Francesco Rutelli lo dice chiaro e tondo: “Un presidente del consiglio, se è in carica, presenta delle proposte di legge per la crescita e le liberalizzazioni, non scrive articoli. E’ un inganno, Berlusconi è al potere da 8 degli ultimi dieci anni, perchè non ha fatto le riforme?”. Per il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa invece se oggi Berlusconi “è pronto all’autocritica “non possiamo che prenderne atto con soddisfazione: meglio tardi che mai”. Negativa la reazione del Pd. “Berlusconi arriva a tempo scaduto. Noi chiediamo il confronto da due anni, ma lui ci ha sempre risposto che andava tutto bene. Ora il confronto sulle riforme noi lo vogliamo ma o con un nuovo premier di centrodestra, oppure con berlusconi ma in campagna elettorale” dice il vicesegretario democratico Enrico Letta.
E a chi gli fa notare che il premier, dopo tante critiche, ora arriva a parlare bene del segretario nazionale Pier Luigi Bersani, Letta risponde: “E’ il segno della disperazione nella quale si trova Berlsconi. Fa un cambio di discorso per evitare disperatamente il voto. Noi diciamo che si deve voltare pagina con un nuovo premier di centrodestra oppure andare a votare. In questo caso il confronto ci sarà in campagna elettorale”. E il confronto con Bersani? “Vada a farlo in televisione”. “Quella di Berlusconi è pura propaganda e anche di pessima qualità, perchè ormai il personaggio ha perso ogni credibilità. Abbiamo chiesto le sue dimissioni prima di questo appello e continuiamo a chiederle anche adesso” commenta Stefano fassina, responsabile economico dei democratici intervistato da Affaritaliani. E porte chiuse anche dall’Idv: “Fuori tempo massimo”.
Il mondo dell’economia e della finanza è unanime nel ritenere che la crescita sia la priorità dell’Italia, ma non si sbilancia sull’appello di Berlusconi. «Di puntare ad un livello di crescita superiore lo diciamo da anni – ha detto Corrado Passera, consigliere delegato di Intesa – Servono azioni coerenti. La crescita ha priorità rispetto alla patrimoniale». Per il presidente di Bnl e di Assonime, Luigi Abete,«serve una grande proposta di riforma fiscale con cui affrontare le tematiche nella loro complessità, serve un riequilibrio delle imposte dirette e indirette per evitare anche che ci sia il rischio di una patrimoniale eccessiva». Il presidente di Assonime si è detto contrario «alla patrimoniale come una tantum perché non risolve il problema del debito e sarebbe punitiva e ingiusta». Tuttavia, ha aggiunto, «la patrimoniale non deve essere un tabù e va fatta nel quadro del riequilibrio delle imposte con una riforma fiscale», su cui c’è già una proposta di Assonime.