I capigruppo delle opposizioni in Senato hanno poi inviato una lettera al presidente Renato Schifani chiedendo la convocazione della conferenza dei capigruppo per stabilire un calendario accelerato per l’approvazione della legge di stabilità. “Chiediamo che il presidente Schifani – ha detto ai cronisti Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd – si faccia garante della rapida approvazione del provvedimento”.
“La situazione economica e finanziaria dell’Italia – si legge nella lettera inviata a Schifani – e le ultime vicende politiche e parlamentari, evidenziano la necessità di approvare nel più breve tempo possibile la legge di stabilità. Le chiediamo pertanto – concludono i capigruppo delle opposizioni – di convocare con urgenza la conferenza dei capigruppo per definire modalità e tempi certi per l’approvazione del provvedimento in aula”. La lettera porta la data di ieri, ed è stata firmata da Anna Finocchiaro (Pd), Giampiero D’Alia (Udc), Felice Belisario (Idv), Francesco Rutelli (Api-Fli) e Giovanni Pistorio.
La situazione “è drammatica e l’andamento dei mercati ci segnala un peggioramento che fa temere per la tenuta del Paese”, ha detto Mercatali e Mauro Agostini, capogruppo e relatore di minoranza in commissione. “Occorre una immediata approvazione del bilancio e della legge di stabilità comprensiva degli emendamenti che l’Europa ci chiede per restituire credibilità all’Italia”. “Abbiamo deciso una drastica riduzione dei 250 emendamenti presentati. Ne resteranno solo una decina”.
In mancanza di modifiche sostanziali l’IdV darà “un convintissimo voto contrario” alla Legge di Stabilità. è quanto afferma il presidente del gruppo alla Camera Massimo Donadi. “Noi – sottolinea – non abbiamo intenzione di far passare misure da macelleria sociale. Non credo – aggiunge però – che chi è uscito dal Pdl abbia intenzione di non votare la Legge di Stabilità. E se invece il governo non avesse la maggioranza dovrà allora confrontarsi anche con noi e modificare il testo”.
Il presidente del Senato Renato Schifani ha subito risposto: “Come sempre garantirò il diritto del Parlamento e gli interessi del Paese”, e convocato la conferenza dei Capigruppo subito dopo il deposito in commissione Bilancio del maxi-emendamento non ancora pervenuto.