Ma oltre agli acquisti che qualcun altro pagherà ci sono movimenti bancari che testimoniano e svelano i guadagni dell’ex finanziere: un appartamento nel centro di Roma in affitto a 8.500 euro al mese (e dato in uso al ministro Tremonti), 15 mila euro di alimenti alla ex moglie, il mutuo, le rate di leasing per barca e macchina (e sarebbero altri 11 mila euro), la carta di credito usata a piene mani (in quattro anni ha rimborsato 448 mila euro), mezzo milione di titoli depositati in banca, un nuovo immobile in arrivo (versato un assegno da un milione di euro). Niente male per uno che fino al 2004 era un semplice ufficiale della Guardia di Finanza, dapprima aiutante di campo del ministro dell’Economia nel 2002 e poi capo segreteria nel settembre 2003. Ma da dove vengono questi denari? Un parlamentare, euro più euro meno, guadagna circa 300mila euro l’anno.
Da quando diviene capo segreteria, e quindi chiave d’accesso a Tremonti, il reddito di Milanese esplode, per affidargli consulenze si fa la fila. Alitalia (vecchia gestione) gli darà 164.773 euro, Ferrovie dello Stato 245.792 euro, la Rai 130.788 euro, Unire 16.307, InaAssitalia 25.022, il ministero delle Finanze 245.792, il Poligrafico 173 mila. Persino la presidenza del Consiglio si avvale della sua preziosa consulenza per altri 160 mila euro. Cifre a cui si aggiungono anche alcune transazioni misteriose: riceve 170 mila da C.e.s.s.i.i. di Latina; 237 mila dalla società Cashgold; 218 mila euro dall’autosalone Racecars. Un fiume di denaro a cui, dal 2008, si aggiunge quella che a questo punto somiglia ad una miseria: lo stipendio da parlamentare. Una montagna di denaro, un profluvio di consulenze e pagamenti che il sottosegretario Carlo Giovanardi definisce «una simonia immonda» e che secondo i pm è l’occulta compravendita di incarichi pubblici.
Lui si compra la barca «Mochi Craft» e la rivende cinque mesi dopo: il prezzo nel frattempo si raddoppia, passando da 700 mila a 1,4 milioni di euro; l’operazione è pilotata da uno come Fabrizio Testa che aspira a una nomina nella galassia delle società pubbliche, i soldi ce li mette Eurotec, una piccola società che incassa commesse milionarie.
Quando si compra la Ferrari, da indietro al concessionario una Porsche («Non potevo mica tenere due macchine…»), ma non fa una permuta come tutti i comuni mortali. No, Milanese i soldi della Porsche se li fa dare in contanti. E a pagare le rate della Ferrari ci pensa qualcun altro.
Sei milioni in quattro anni quindi, questi i conti fatti dalla procura, ma sono conti persino in difetto, restano infatti ancora oscuri i particolari di un conto aperto presso il Credit Agricole di Draguignan, in Francia. Altro che calciatore, per fare la bella vita bisogna fare i capi segreteria.
