ROMA – Sei milioni di euro in 4 anni. Un milione e mezzo l’anno, cioè qualcosa in più di 100mila euro al mese, circa 4mila euro al giorno, domeniche e festivi inclusi. Sono le cifre guadagnate da Marco Milanese, l’ex finanziere braccio destro di Tremonti, negli ultimi anni. I conti sono fatti dal consulente della procura, il professor Luigi Mancini. Un bel salto di qualità rispetto a quando vestiva la divisa grigia della Guardia di Finanza.
«Ero diventato un libero professionista, guadagnavo 50-60mila euro al mese…», dice Milanese nel suo interrogatorio, anche se non è chiaro che professione facesse. Amava i costosi weekend a New York, rigorosamente nei migliori alberghi. Ricopriva d’oro la sua fidanzata, Manuela Bravi, che di mestiere fa la portavoce del ministro Tremonti. E non disdegnava auto di lusso e barche che in questi ultimi 4 anni è finalmente riuscito a comprarsi. Insieme ad una casa del valore di un milione di euro. Bravissimo ad incassare l’ex finanziere, un po’ pigro però a pagare.
I tre orologi di pregio, acquistati da Milanese per fare i regali di Natale nel 2009, ad esempio, lui li sceglie, ma li paga qualcun altro. Si tratta di tre orologi, cinquantamila euro di valore complessivo, ma visto che sono di seconda mano vengono scontati a trentanovemila euro. Passa a ritirare l’autista di Milanese e paga l’avvocato Paolo Viscione, ora uno degli accusatori del deputato. Stesso copione con il gioielliere Costanzo Alberino di Capri. A saldare ci pensa sempre Paolo Viscione, che è un avvocato e mercante d’arte, e pagava i costosi capricci di Milanese perché nel frattempo quello lo informava di quanto andava scoprendo la Finanza sul suo conto e poi perché sperava di portare il genero alla candidatura di sindaco nel suo paese.
Ma non ci sono solo i gioielli. Stesso metodo anche per altri acquisti. La barca, uno splendido yacht di 15 metri, consegnatogli nell’aprile 2009, Milanese la paga 700 mila euro. Sono 100 mila subito, il resto con rate di leasing da 6 mila al mese che però non paga e tanto ci penserà qualcuno. Idem per la Ferrari Scaglietti, acquisto da 272 mila euro. Di tasca sua copre solo undici rate.
Ma oltre agli acquisti che qualcun altro pagherà ci sono movimenti bancari che testimoniano e svelano i guadagni dell’ex finanziere: un appartamento nel centro di Roma in affitto a 8.500 euro al mese (e dato in uso al ministro Tremonti), 15 mila euro di alimenti alla ex moglie, il mutuo, le rate di leasing per barca e macchina (e sarebbero altri 11 mila euro), la carta di credito usata a piene mani (in quattro anni ha rimborsato 448 mila euro), mezzo milione di titoli depositati in banca, un nuovo immobile in arrivo (versato un assegno da un milione di euro). Niente male per uno che fino al 2004 era un semplice ufficiale della Guardia di Finanza, dapprima aiutante di campo del ministro dell’Economia nel 2002 e poi capo segreteria nel settembre 2003. Ma da dove vengono questi denari? Un parlamentare, euro più euro meno, guadagna circa 300mila euro l’anno.
Da quando diviene capo segreteria, e quindi chiave d’accesso a Tremonti, il reddito di Milanese esplode, per affidargli consulenze si fa la fila. Alitalia (vecchia gestione) gli darà 164.773 euro, Ferrovie dello Stato 245.792 euro, la Rai 130.788 euro, Unire 16.307, InaAssitalia 25.022, il ministero delle Finanze 245.792, il Poligrafico 173 mila. Persino la presidenza del Consiglio si avvale della sua preziosa consulenza per altri 160 mila euro. Cifre a cui si aggiungono anche alcune transazioni misteriose: riceve 170 mila da C.e.s.s.i.i. di Latina; 237 mila dalla società Cashgold; 218 mila euro dall’autosalone Racecars. Un fiume di denaro a cui, dal 2008, si aggiunge quella che a questo punto somiglia ad una miseria: lo stipendio da parlamentare. Una montagna di denaro, un profluvio di consulenze e pagamenti che il sottosegretario Carlo Giovanardi definisce «una simonia immonda» e che secondo i pm è l’occulta compravendita di incarichi pubblici.
Lui si compra la barca «Mochi Craft» e la rivende cinque mesi dopo: il prezzo nel frattempo si raddoppia, passando da 700 mila a 1,4 milioni di euro; l’operazione è pilotata da uno come Fabrizio Testa che aspira a una nomina nella galassia delle società pubbliche, i soldi ce li mette Eurotec, una piccola società che incassa commesse milionarie.
Quando si compra la Ferrari, da indietro al concessionario una Porsche («Non potevo mica tenere due macchine…»), ma non fa una permuta come tutti i comuni mortali. No, Milanese i soldi della Porsche se li fa dare in contanti. E a pagare le rate della Ferrari ci pensa qualcun altro.
Sei milioni in quattro anni quindi, questi i conti fatti dalla procura, ma sono conti persino in difetto, restano infatti ancora oscuri i particolari di un conto aperto presso il Credit Agricole di Draguignan, in Francia. Altro che calciatore, per fare la bella vita bisogna fare i capi segreteria.