ROMA – ''Se avessimo annunciato il nostro gesto, qualcuno, magari tra i leghisti, sapendo che sei deputati si sarebbero astenuti, avrebbe potuto votare in modo diverso. Siamo stati seri. E poi non avevamo niente da dirgli''. Lo afferma il leader storico dei Radicali Marco Pannella in un'intervista al Tempo, in merito al comportamento dei suoi deputati sul voto di fiducia al ministro Romano.
''Nel Pd il vero problema e' l'assenza totale di un dibattito di qualsiasi tipo'', sostiene Pannella. A Bindi e Franceschini ''direi di espellerci ma anche che loro sono incapaci di fare altro se non la componente di sinistra di un regime partitocratico che rappresenta, sul piano tecnico, un sistema di associati per delinquere''.
''D'un tratto si sono accorti che esistiamo. Quando Bersani e gli altri del Pd dicono che vorrebbero tornare all'Ulivo nominano i socialisti e tutti gli altri ma mai i Radicali''. Quanto a Franco Marini, a cui l'espulsione dei Radicali sembra '''una boutade'', ''sono sicuro che la componente seriamente democratico-cristiana sta dando un contributo di ragionevolezza''.
Pannella torna sul nodo della carceri. ''Il punto e' che non si puo' accettare l'ignobile amnistia di classe delle prescrizioni invece di quella di clemenza che eviterebbe il superaffollamento delle carceri. In dieci anni ci sono stati 1,8 milioni di prescrizioni: non sono amnistie?'', afferma.
''Lo Stato italiano, costretto dal regime partitocratico, vive una situazione di illegalita' tecnicamente criminale contro i diritti umani e la Costituzione italiana, contro la legalita' europea e internazionale. Sequestra, non fa detenzione. Da noi il carcere diventa una struttura di tortura''.