ROMA – La “base” dei Radicali si dissocia dal suo leader Marco Pannella, che potrebbe decidere di trovare un’intesa con Silvio Berlusconi: ”La differenza tra Pannella e il Pd è che il Pd fa le stronzate sottotraccia, Pannella le fa alla luce del sole. Ma sempre di stronzate si tratta”. Il malcontento è affidato a Radio Radicale.
I militanti tremano all’idea di un’apertura al governo. Gridano ”vergogna” e ”tradimento”. Inneggiano alle perplessità di Emma Bonino e temono di rivivere un trauma pari a quello del passaggio al Pdl di Daniele Capezzone. A nulla sembrano valere le ragioni del dialogo, che Pannella si affanna a spiegare. Lui giura che i radicali non si venderanno per una poltrona.
Ma neanche questo, a quanto pare, è abbastanza. ”Non accettiamo ministeri, non accettiamo di fare parte della maggioranza”, dice Pannella al Tg1. Della possibilità che lui stesso diventi Guardasigilli, ”non ne abbiamo parlato con Berlusconi nemmeno un momento, se non con una battuta”, assicura.
Discorso chiuso? No. Perché il 9 febbraio il leader radicale potrebbe tornare per la terza volta a palazzo Grazioli, dal presidente del Consiglio (Pannella nega che l’appuntamento sia in agenda, ma neanche lo esclude). E il leader radicale non si fa intimorire dalle critiche, non abbandona la via del dialogo.
Perché ritiene ”doveroso” che ”in una crisi di sistema” ci sia ”una voce” che vada a dire ”a Silvio”, che è ”indebolito, logoro”. Che gli chieda: ”Sei proprio sicuro?”. ”Non è che vogliamo fare un favore a Berlusconi – aggiunge il leader radicale – Ma è irresponsabile chiedere che si dimetta per permettere che si protragga questo regime criminoso e criminale. Vogliono andare a elezioni antidemocratiche – denuncia – per sostituirlo con un’ammucchiata destra-sinistra-centro, che possa protrarre il regime per altri 10 anni”.
Ma mentre Roberto Calderoli liquida come ”sciocchezze” l’ingresso radicale in maggioranza e dal Pdl trapela la contrarietà dell’ala cattolica, non dormono sonni tranquilli quei militanti radicali che al dialogo con il Cavaliere sono contrari senza prova d’appello.
”Abbiate pazienza, non riesco proprio a dimenticare che quelli con cui Pannella sta trattando sono gli stessi che hanno dato dell’assassino a Beppino Englaro, che si ergono a paladini del proibizionismo e a guardiani dei confini nazionali dall’invasione dei musulmani previo accordo con un dittatore…”, scrive Alessandro Capriccioli sul suo ‘Metilparaben’, blog radicale molto seguito in Rete.
”Sei proprio l’esempio del peggior voltagabbana vaticanesco! Puah!”, urla Dino sulla pagina Facebook di Pannella, invasa da espressioni di dissenso. C’è chi minaccia di lasciare l’Italia, oltre al partito, ”se anche Marco si vende”.
In molti ricordano il ”Marco Pannella degli anni ’70” come fosse un’altra persona. Qualcuno gli appioppa nomignoli come ‘Marc(i)o Pannella’. E più d’uno sceglie lo slogan ”Meno male che Emma c’è”, abbracciando la posizione critica della Bonino, che il suo scetticismo sul dialogo con il premier non lo nasconde.
Non mancano, si badi bene, gli attestati di fiducia incontrastata a Pannella. E dalle parti di via di Torre Argentina si dà la colpa al ”messaggio distorto” che proviene dai media. Ma intanto, non resta che attendere il prossimo incontro con il premier, che sarà invitato (”come tutti”) anche al congresso del Partito radicale transnazionale, dal 17 al 20 febbraio a Chianciano.