Papa e Milanese, la Lega si smarca: “Li difenda il Pdl”

Marco Reguzzoni (Foto Lapresse)

ROMA – La Lega preferisce smarcarsi sui casi Papa e Milanese, i due deputati del Pdl sui quali pende una richiesta d’arresto in Giunta per le Autorizzazioni. Caso spinoso che spacca la maggioranza: oggi, mercoledì, era previsto il voto su Alfonso Papa ma ancora una volta c’è stato un rinvio. Proprio martedì il leghista Luca Rodolfo Paolini, relatore sul caso Milanese, ha lasciato l’incarico: “Con il Pdl non ho parlato. Ma è meglio che la difesa di Milanese la facciano loro”. Una mossa che la dice lunga sugli umori leghisti.

Già il capogruppo del Carroccio Reguzzoni aveva sostenuto la libertà di voto, perché le richieste d’arresto “non fanno parte del programma di maggioranza”. Insomma, la Lega non ci sta, almeno pubblicamente, a dare la sponda all’alleato su questioni che non portano certo consenso al partito. Per Milanese, in Giunta, è arrivata anche la richiesta da parte della procura di Napoli dell’autorizzazione ad aprire cinque cassette di sicurezza e di acquisire i tabulati telefonici dal gennaio 2010 al maggio 2011. Anche qui Reguzzoni ha detto: “La Lega voterà a favore di tutte le richieste di acquisire documenti o autorizzazioni utili alle indagini, perché siamo per la trasparenza assoluta”.

Sia nel caso Papa che in quello Milanese, il voto della Giunta non ha immediata efficacia: per dare l’ok o per rifiutare l’arresto serve comunque il voto alla Camera. E qui basta la richiesta di un gruppo di deputati si procederebbe a votazione segreta. A quel punto la Lega avrebbe le mani libere. Ma l’impressione è che le dichiarazioni così esplicite di Reguzzoni e Paolini altro non siano che un modo per rassicurare l’elettorato. Alla fine, insomma, la Lega potrebbe essere costretta ad accontentare il Pdl e negare, in Giunta e alla Camera, l’ok alle manette.

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Elisa D'Alto