ROMA, 29 NOV – Pareggio di bilancio in costituzione e organismo indipendente di controllo sui conti pubblici: questi due impegni, ribaditi mercoledi' scorso dal premier Mario Monti con la commissione Ue e con Merkel e Sarkozy, si concretizzano. Infatti sono previsti dal nuovo testo di riforma dell'articolo 81 della costituzione portato in aula alla Camera dal comitato ristretto. Il si' dall'Assemblea di Montecitorio arrivera' domani mentre per il Senato e' previsto un iter rapido.
La costituzionalizzazione del rigore finanziario, prevista dal Patto Europlus dello scorso marzo, è diventato ancora più cogente ora che l'Italia vuole convincere i partner Ue che la strada imboccata non e' reversibile e non dipende da uno o un altro governo. Cio' puo' convincere la Germania ad aprire a strumenti come gli Eurobond o un ruolo piu' forte del Fondo salva-Stati (Efsf). Il nuovo articolo 81 della Costituzione prevede che ''lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico''. ''Il ricorso all'indebitamento – precisa poi il testo – non e' consentito se non al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e previa autorizzazione delle Camere, adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, e al verificarsi di eventi eccezionali''.
La novità principale è l'introduzione di un ''organismo indipendente'' di controllo dei conti pubblici. La riforma demanda ad una legge ordinaria di attuazione alcuni futuri compiti, tra cui ''l'istituzione di un organismo indipendente presso il Parlamento al quale attribuire dei compiti di analisi, verifica e valutazione in materia di finanza pubblica, con organizzazione e funzionamento disciplinato dalle Camere''. Ciò ha fatto storcere il naso a molti deputati che hanno visto un depauperamento del ruolo del Parlamento. Tutti i dati che emergeranno dal nuovo organismo, ha sottolineato il ministro per i rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, ''non saranno di proprieta' del Parlamento, ma del Paese e dell'Unione europea. Queste son verità nuove della nostra vita amministrativa a cui dobbiamo abituarci''.
Una polemica ha riguardato la Corte dei Conti. Il presidente Luigi Giampaolino ha inutilmente chiesto, in una lettera, che fosse mantenuto il compito affidato alla sua Corte dal precedente testo della riforma, quello di poter sollevare il conflitto di attribuzione presso la Consulta per le leggi non coperte.