ROMA – Con Luigi Lusi c'e' stato ''un braccio di ferro'' fin dalla ''notte dei tempi'' con ''un avversario messo a guardia delle risorse del partito a garanzia del fatto che fossero spese a sostegno della presidenza Rutelli e della sua linea politica''. Lo dice, intervistato da Repubblica, Arturo Parisi che ricorda di avere lanciato a suo tempo 'un grido d'allarme' ''sull'opacita''' dei bilanci, caduto pero' ''nel vuoto per sottovalutazione''.
Proprio perche' Lusi ''gestiva i soldi solo per Rutelli'' Parisi aveva proposto da presidente dell'Assemblea federale ''un comitato di tesoreria che difendesse le minoranze'' ma ''mai e poi mai avrei pensato che si finisse a guardie e ladri. Se non avessi letto la pubblica assunzione di responsabilita' personale di Lusi, ancora oggi avrei difficolta' a crederci''.
Per Parisi, comunque, e' ''grave che nessuno sapesse di quei 13 milioni'' sottratti alle casse della Margherita per i quali e' indagato l'ex tesoriere. E in ogni caso la vicenda dimostra che ''e' urgente che i capipartito riconoscano che il potere che è finito nelle loro mani e' troppo superiore alla loro capacita' – non dico volonta' – di usarlo bene, e ancor piu' del potere che i cittadini sono disposti a riconoscere come legittimo. Lo riconoscano e se ne spoglino in fretta restituendolo ai cittadini, prima che sia troppo tardi''.