ROMA – Da una parte Renzi (“Non mi rassegno alla palude, Mineo doveva farsi da parte”), dall’altra la minoranza Pd pronta a dare battaglia all’interno del partito e in Parlamento.
“Sono deluso, il Pd non è quello che sognavo” ma “a nome dei 14 senatori dico che, qualunque cosa succeda, non toglieremo la fiducia. Voteremo con il Pd, anche se dovessero buttarci fuori” dice Vannino Chiti.
Lo scontro avviene con sullo sfondo l’assemblea del Pd che ha eletto Orfini, “giovane turco”, come presidente del partito.
“La nostra direzione di marcia è chiara e non si torna indietro da quella indicata”. Così il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, risponde, a margine dell’assemblea nazionale del Pd, ai cronisti che gli chiedevano conto delle sorti dei senatori dissidenti. “Spero ci sia un confronto all’interno del gruppo” ma la “nostra direzione” sulle riforme “è chiara”, aggiunge Guerini.
Matteo Orsini nuovo presidente? “Credo che mi asterrò” essendo in disaccordo con “i metodi utilizzati” per scelte come questa “sulla base di una decisione che la maggioranza prende sentendo una porzione minima della minoranza” aveva detto invece Pippo Civati, per poi aggiungere: “Mi pare che sia stato Renzi a voler creare un po’ questo clima di terrore, secondo me sbagliando perché questo risultato rotondo appartiene a tutti”.
Perplesso su Orsini anche Fassina: “Orfini è un dirigente di primissima qualità ma non mi sembra risponda ai criteri di un figura superparters”.
Si era fatto anche il nome del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, nella trattativa notturna per la presidenza del Partito democratico. Lo si apprende da fonti del partito. Il nome sarebbe stato indicato da Gianni Cuperlo a Lorenzo Guerini e Matteo Renzi per una presidenza unitaria, che avrebbe potuto avere, spiegano le stesse fonti, anche il via libera dei Giovani turchi guidati da Matteo Orfini. Ma alla fine a Zingaretti è stato preferito proprio Orfini.
