
ROMA – Guerra tra gli ex An sul patrimonio del partito: finiani, Pdl e La Destra puntano ad accaparrarsi quante più proprietà possibili. Ne parlano Alessandro Ferrucci e Valeria Pacelli sul Fatto Quotidiano, ma la notizia era stata in parte battuta dall’Ansa e ripresa su Libero e Repubblica.
Ferrucci e Pacelli parlano del lato giudiziario della vicenda, visto che gli ex “compagni” di partito si sfidano a colpi di avvocati e tribunali. In ballo c’è un patrimonio di circa 400 milioni di euro.
Il maggior oggetto del contendere riguarda un appartamento in Via Paisiello, a Roma, zona Parioli, rivendicato da Francesco Storace e i suoi.
Scrive l’Ansa:
I militanti de ‘La Destra’ guidati da Francesco Storace hanno deciso di presidiare l’appartamento romano di Via Paisiello, in loro possesso gia’ da un anno, avvertendo quelli della Fondazione di An che non lo ‘molleranno’ mai. Anzi, avverte Storace raggiunto telefonicamente, ”noi raddoppiamo perche’ stiamo trasferendo li’ in queste ore anche il Giornale d’Italia”.
”L’appartamento – spiega Storace – venne donato tanti anni fa dalla contessa Colleoni ad An. Ma poi fu colpevolmente abbandonato e tenuto in condizioni degradate dalla Fondazione che gestisce, senza renderne conto agli iscritti, da circa un decennio il tesoretto del partito che amammo”.
”Contro di noi – racconta ancora Storace – hanno persino intimato lo sfratto, perché quella sede la scovammo noi e i nostri giovani militanti la occuparono. Da allora, e’ li’ che si è svolta la nostra attività politica e da ora anche la nostra attivita’ culturale”.
Ferrucci e Pacelli parlano poi di un’altra proprietà immobiliare, stavolta in pieno centro:
Quindi la sede storica, in via della Scrofa: 34 vani a due passi da piazza Navona e Campo de’ Fiori, acquistata negli anni Ottanta per poco più di 3 miliardi grazie alla lungimiranza pratica di Giorgio Almirante grazie a un mix di rimborsi, plusvalenze e donazioni di militanti. Adesso ha sede la Fondazione An, specchio fedele di cosa è rimasto della Destra, tra stanze semivuote, qualche targhetta, nessuno all’entrata e come unica attività recente la messa in stampa e successivo tacchinaggio di un manifesto con in primo piano Giorgio Almirante.
Ferrucci e Pacelli parlano anche dei “comitati di gestione” che dovevano appunto gestire l’ingente patrimonio:
Ab origine si optò per un comitato di gestione che avrebbe operato secondo le indicazioni di un altro organo, il comitato dei garanti. Vennero designati i nomi dei singoli individui deputati al controllo degli “obiettivi strategici, anche di periodo, da perseguire per la conservazione, la tutela e lo sviluppo delle risorse (…) l’impiego e la destinazione dei fondi”.
Ma da lì alla guerra, scrivono i due giornalisti sul Fatto, il passo fu breve, visto che parte del patrimonio finì nelle tasche dei giovani del Pdl (sponsorizzati dai cosiddetti “ex colonnelli” di An passati dalla parte di Berlusconi):
Sarebbe questo uno dei tanti favori fatti al partito di Berlusconi, come racconta una denuncia, presentata alla procura di Roma, dagli ex onorevoli Antonio Bonfiglio ed Enzo Raisi. Infatti lo scontro tra i finiani e chi ha lasciato il partito, per confluire nel Pdl, si gioca anche a colpi di procedimenti sia penali che civili. Bonfiglio e Raisi hanno infatti denunciato i loro colleghi d’un tempo per la presunta scomparsa di 26 milioni di euro dai soldi di An. Stando alla querela, ci sarebbero nel portafoglio del partito 55 milioni di euro provenienti dai contributi elettorali (erogati fino al 2006), dei quali 26 sarebbero spariti a favore del Pdl.
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