BOLOGNA – Sconfitta o primo posto senza vittoria che sia la sostanza non cambia. Pier Luigi Bersani ora rischia il posto. Perché secondo quanto scrive il Sole 24 Ore a volere il passo indietro del segretario del Pd sono uomini che fino a ieri a Bersani erano vicinissimi.
E’ il caso di Virginio Merola, sindaco di Bologna con un trascorso politico recente (fino ai risultati elettorali) da bersaniano di ferro. Ora, Merola “passa al nemico” delle primarie e spiega: “Matteo Renzi credo sia la nostra possibilità di rinnovamento e di questo bisogna prenderne atto”.
Ma Merola non è il solo del Pd emiliano a scaricare Bersani. Con lui, scrive il Sole, c’è uno dei suoi assessori, “Luca Rizzo Nervo, anche lui ex bersaniano convinto, che dalla sua pagina Facebook dice chiaro e tondo che “ora basta, Bersani deve dimettersi”.
Se si passa dall’Emilia alla Romagna la sostanza cambia di poco o nulla. E a Forlì il sindaco Roberto Balzani mastica amaro e parla di un risultato che deve diventare “occasione di rinnovamento”. Non serve l’interprete per capire che anche a Forlì non tira buona aria per Bersani.
Sempre sul Sole 24 Ore, poi, Emilia Patta parla di un’ipotesi congresso anticipato del Pd. Data tutta da stabilire ma oggetto facile da immaginare: l’eventuale passo indietro di Bersani. La certezza, per ora, è che per il 5 marzo Bersani ha convocato la direzione nazionale del Partito, ovvero la classe dirigente responsabile della vittoria dimezzata. Possibile che il congresso previsto in autunno possa slittare a prima dell’estate. L’aria che tira è quella di un passaggio di consegne, da Bersani a Renzi. Se non ora, quando?
