
ROMA – Renziani da una parte e minoranza dall’altra. Il Pd torna a litigare sulle riforme. Lo fa con scambi di accuse e repliche velenose e ad esporsi, stavolta, sono esponenti di primo piano del partito. Con un’accusa che suona più o meno così: volete lo sfascio perché volete tornare alle urne.
Il casus belli è il faticoso voto in commissione sulle riforme. Quello in cui il governo va sotto più volte.E alla fine il sottosegretario Graziano Delrio alza il tiro e con un tweet punta proprio contro la minoranza Pd:
“Se la minoranza del Pd vuole andare a votare lo dica. Noi vogliamo continuare e arrivare fino al 2018”.
La minoranza, ovviamente non gradisce. E arrivano subito le repliche. La prima, risentita, è quella di Massimo D’Alema
È stupefacente che una persona ragionevole come il sottosegretario Delrio, nel giorno in cui escono i dati della produzione industriale con l’ennesimo segno meno a conferma della gravità della crisi del nostro paese, non trovi di meglio che minacciare i parlamentari”.
“Delrio dovrebbe sapere che le riforme costituzionali sono materia squisitamente parlamentare e che i deputati e i senatori hanno il diritto e il dovere di cercare di migliorare testi che restano contraddittori e mal congegnati malgrado il notevole impegno della relatrice”
Polemico anche Vannino Chiti:
“E’ strano che il sottosegretario Delrio chieda alla minoranza del Pd se voglia le elezioni anticipate: a parte il fatto che non e’ nel potere delle minoranze questa scelta, faccio notare che fino ad ora sono stati esponenti che si dichiarano di assoluta fede renziana ad invocare il voto”
