ROMA – Un patto di stile e dibattito elevato tra i candidati alle primarie del Pd. Questa la richiesta di Luigi Zanda, capogruppo dei democratici al Senato, che con l’arrivo delle primarie richiama i candidati per la segreteria del Partito Democratico all’ordine che si sfideranno fino al 7 maggio, giorno delle elezioni.
Zanda esprime preoccupazione per il futuro dell’Italia e dell’Europa e ricorda a tutti i candidati la responsabilità che in questo momento pesa sul Pd. Il capogruppo dei democratici al Senato ha dichiarato:
“Il prossimo 7 maggio uno di voi, sulla base del risultato delle primarie, sarà proclamato segretario nazionale del PD. Da quel momento sulle sue spalle ricadrà una gigantesca responsabilità rispetto al futuro dell’Italia cui oggi dobbiamo saper guardare con fiducia, ma anche riconoscendo limpidamente la criticità delle prospettive economiche e sociali. Aggravate da un’instabilità politica dovuta all’assenza di una vera legge elettorale e alla prospettiva di un ritorno al proporzionale”.
Una lettera che Zanda ha inviato il 6 marzo ai candidati alla segreteria, da Matteo Renzi a Michele Emiliano e Andrea Orlando. Nella lettera si legge:
“Sento di dovervi chiedere di trovare, tra di voi, al più presto, un’intesa che vi impegni a mantenere la campagna elettorale delle primarie su un livello alto di confronto di idee e programmi, senza mai scadere nella reciproca delegittimazione o, peggio, nella denigrazione. In una parola, senza forzature solo mediatich. Negli anni passati le nostre primarie hanno saputo risvegliare nei militanti del partito e nei suoi elettori, quell’orgoglio politico che ha fatto grande il PD.
Se, con il nostro concorso, non sapessimo conservare ed accrescere le nostre forze, sarebbero le stesse primarie a perdere senso. Non sto suggerendo una tregua della competizione per la segreteria del partito. Sto prospettandovi di più: è necessario che nasca tra voi un patto che vincoli la campagna delle primarie oltre che alle regole del nostro Statuto, anche a uno stile condiviso, equilibrato, riflessivo, ricco dei contenuti che hanno fatto del PD un grande partito di centrosinistra”.
Il Pd dunque deve “avere l’ambizione di continuare ad essere l’architrave politica del nostro Paese”, conclude Luigi Zanda:
“Una campagna congressuale reciprocamente rispettosa, porta con sé un corollario. Che ciascuno di voi si impegni, se eletto, a garantire nella vita interna del partito il più alto livello di pluralismo e di confronto, a tutelare le posizioni dei candidati sconfitti, a promuovere una forte valorizzazione del lavoro delle sezioni, dei circoli, degli organi cittadini e regionali.
E dichiari preventivamente di riconoscere, se sconfitto, il risultato elettorale e le prerogative del candidato eletto. Un partito dove chi perde non è capace di accettare, nella forma e nella sostanza, i risultati della competizione, un partito dove non si riconosca il valore democratico del principio di maggioranza, non è più un partito. E’ un’altra cosa che non riesco a definire”.