”C’è una commissione che ha un mese di tempo per discutere. Le questioni sul tavolo sono tre: un congresso in due tempi, che parta dai circoli; distinzione tra segretario e candidato premier; primarie solo tra gli iscritti oppure aperte”, spiega Bindi.
”Io penso che non vadano fatti cambiamenti quando un percorso è già iniziato. Questi nodi non sono dettagli, perchè le tre norme riguardano la natura stessa del Pd, quindi cambiarle è scegliere il tipo di partito che vogliamo e non si fa in un mese nel comitato per il congresso”.
Bindi dà per scontata la candidatura del sindaco di Firenze alla segreteria, ”e non gli vanno messi i bastoni tra le ruote”, ribadisce. ”Ma se si candida e vince, deve fare il segretario e non usare la carica come trampolino per Palazzo Chigi: il prossimo segretario dovrà’ ricostruire il Pd”.