La perdita della ”vocazione maggioritaria” può mettere a rischio ”molto forte il destino del partito del riformismo italiano”. E’ l’allarme che lancia in una lunga intervista al Corriere della Sera l’ex segretario dei democratici, Walter Veltroni, convinto che il Pd debba ”mantenere l’ambizione maggioritaria” e ”accendere il sogno riformista” altrimenti non ce la farà ”a costruire l’alternativa”.
I sondaggi, sottolinea l’ex leader, ”e le primarie confermano che la riduzione delle ambizioni comporta la riduzione del peso politico”. Il divario tra i voti e l’elettorato potenziale, in cui ”i numeri si invertono e il 24% diventa il 42”, insiste Veltroni, ”va colmato attraverso un’aspirazione che sia da Pd” che non deve trasformarsi in una forza ”a fatica distinguibile”.
Sulle divisioni interne, tra chi vuole un’alleanza con la Sel di Vendola e chi cerca un’unione con Fini e Casini, Weltroni è chiaro: “La cosa più grave che può accadere al Pd è dividersi tra chi sostiene che bisogna allearsi con Vendola e Di Pietro e chi con Fini e Casini. Solo il fatto che si discuta di questo contraddice il progetto originario, secondo cui dovevano essere gli altri a discutere se allearsi con noi. Il Pd non ritroverà il consenso perduto se non ritorna centrale, se non individua le grandi frontiere di innovazione necessarie all’Italia. Su quelle vediamo chi c’è”.
Quanto a Bersani, Veltroni si dice ”dispiaciuto” che a ‘Vieni via con me’ non abbia mai usato l’aggettivo ”democratico” che ”non è meno che essere di sinistra, è la più radicale delle politiche di cambiamento”. Per Veltroni comunque, ora che ”questo governo è finito” ed è finito ”il ciclo politico di Berlusconi”, è il momento di guardare a ”un’alleanza allargata sulla base del programma a chi ci sta, di cui il Pd sia il perno. E che sia la più vasta possibile”.
Si deve dar vita, spiega, ”a un governo istituzionale che, come il governo Ciampi, rassereni e dia sicurezza al Paese. Chi vuole votare ora è nemico dell’Italia”. La cosa ”più grave che può accadere al Pd è dividersi tra chi sostiene che bisogna allearsi con Vendola e Di Pietro e chi con Fini e Casini”.
Si parta invece dai temi ”precarietà e legalità” in primis, e poi ”ambiente, scuola”. Su questi punti il Pd deve tornare ”centrale” e ”ritrovare una fortissima capacità di innovazione. Non invoco né l’autosufficienza né l’isolamento. Il punto è la centralità, saper indicare la frontiera su cui fondare l’alternativa” che non sia solo ”il dire che Berlusconi non va bene”.
Quanto al successo di Nichi Vendola, Veltroni dice di non aver ”paura di avere altri alla mia sinistra. Se Nichi ha successo è un bene”. E sui ‘rottamatori’ sottolinea che ”l’innovazione è sempre benedetta e benvenuta. Ma non si agita l’esigenza del cambiamento di per se stessa”.