Pd, Veltroni, prove tecniche di pace: “Bersani? Lo incontrerò. Dobbiamo risalire la china tutti insieme”

Walter Veltroni

Dopo aver sollevato un polverone con il documento dei 75, l’ex segretario del Partito Democratico Walter Veltroni invita a una discussione “serena”.  ”Credo che ci siano tutte le condizioni perché dalla discussione esca un Pd piu’ unito e piu’ forte – ha detto Veltroni parlando coi cronisti a Montecitorio –  Solo drammatizzazioni unilaterali possono rendere difficile cio’ che e’ noto: in politica si discute e si decide insieme”.

L’ex segretario, quindi, invita a riporre tutti le armi dentro il Pd perche’ ”dal novembre 2009, e non da dopo il documento, i sondaggi segnalano una continua erosione di voti e dobbiamo risalire tutti insieme la china”.

Quanto alla possibilità di incontrarsi con il segretario Pier Luigi Bersani, Veltroni spiega: ”No, non l’ho visto ma spero che sia giusto incontrarlo prima della direzione di giovedì. Come ho già detto discussione e unità sono sorelle e tutti abbiamo l’obiettivo comune di contrastare il governo e creare le condizioni per un’alternativa”.

Veltroni ribadisce che l’obiettivo del documento è proprio quello di ”interrompere la dinamica di sondaggi negativi dal novembre 2009 per risalire tutti insieme”. Non c’e’ ”nulla di drammatico nella discussione” che ora serve al Pd. Certo, osserva l’ex leader, ”le parole di stamattina di Letta avevano un rischio di drammatizzazione, poi c’e’ stata la smentita che ho apprezzato”.

‘Io non amo, come sapete, le correnti  – ha aggiunto l’ex segretario – ma vedo che si moltiplicano in questi giorni iniziative di aree e quindi nessuno puo’ dire che si e’ turbato un monolite. In ogni caso con il documento non e’ nata una corrente ma si è  espressa una preoccupazione politica”. Veltroni nega, quindi,  che i ‘movimentisti’ siano una nuova corrente del Pd. Invitando a ritrovare l’unita’ del Pd, Veltroni apprezza ”la scelta di Fioroni di non andare alla riunione degli ex Ppi, una scelta che non è contro nessuno ma va nella direzione di un Pd che mischi le identità e non resta ancorata al preesistente”.

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Emiliano Condò