”L’ufficio di Presidenza considera le posizioni dell’On. Fini assolutamente incompatibili con i principi ispiratori del Popolo della Libertà, con gli impegni assunti con gli elettori e con l’attività politica del Popolo della Libertà”.
E’ quanto si legge nella bozza del documento finale dell’ufficio di presidenza del Pdl, cosi’ come e’ entrata nella riunione di Palazzo Grazioli.
Le cronache giornalistiche degli ultimi mesi testimoniano d’altronde – prosegue il documento – meglio di ogni esempio la distanza crescente tra le posizioni del PDL, quelle dell’0n. Fini e dei suoi sostenitori, sebbene tra questi non siano mancati coloro che hanno seriamente lavorato per riportare il tutto nell’alveo di una corretta e fisiologica dialettica politica.
Tutto cio’ e’ tanto piu’ grave considerando il ruolo istituzionale ricoperto dall’On. Fini, un ruolo che e’ sempre stato ispirato nella storia della nostra Repubblica ad equilibrio e moderazione nei pronunciamenti di carattere politico, pur senza rinunciare alla propria appartenenza politica.
Mai prima d’ora e’ avvenuto che il presidente della Camera assumesse un ruolo politico cosi’ pronunciato perfino nella polemica di partito e nell’attualita’ contingente, rinunciando ad un tempo alla propria imparzialita’ istituzionale e ad un minimo di ragionevoli rapporti di solidarieta’ con il proprio partito e con la maggioranza che lo ha designato alla carica che ricopre. L’unico breve periodo in cui Fini ha ”rivendicato”nei fatti un ruolo superpartes e’ stato durante la campagna elettorale per le regionali al fine di giustificare l’assenza di un suo sostegno ai candidati del PDL. I nostri elettori non tollerano piu’ che nei confronti del governo vi sia un atteggiamento di opposizione permanente , spesso oggettivamente in sintonia con posizioni e temi della sinistra e delle altre forze contrarie alla maggioranza, condotto per di piu’ da uno dei vertici delle istituzioni di garanzia.
Non sono piu’ disposti ad accettare una forma di dissenso all’interno del partito che si manifesta nella forma di una vera e propria opposizione, con tanto di struttura organizzativa, tesseramento e iniziative, prefigurando gia’ l’esistenza sul territorio e in Parlamento di un vero e proprio partito nel partito, pronto, addirittura, a dar vita a una nuova aggregazione politica alternativa al PDL. I nostri elettori, inoltre, ci chiedono a gran voce di non abbandonare la nuova concezione della politica, per la quale e’ nato il Pdl, che si fonda su una chiara cornice culturale e di valori, sulla scelta di un chiaro e definito programma di governo, su una compatta maggioranza di governo e sull’indicazione di un Presidente del Consiglio, in una logica di alternanza fra schieramenti alternativi.
Questo atteggiamento di opposizione sistematica al nostro partito e nei confronti del governo che, ripetiamo, nulla ha a che vedere con un dissenso che legittimamente puo’ essere esercitato all’interno del partito, ha gia’ creato gravi conseguenze sull’orientamento dell’opinione pubblica e soprattutto dei nostri elettori, sempre piu’ sconcertati per un atteggiamento che mina alla base gli sforzi positivi messi in atto per amalgamare le diverse tradizioni politiche che si riconoscono nel Pdl e per costruire un nuovo movimento politico unitario di tutti coloro che non si riconoscono in questa sinistra. La condivisione di principi comuni e il vincolo di solidarieta’ con i propri compagni di partito sono fondamenti imprescindibili dell’appartenenza a una forza politica.
Partecipare attivamente e pubblicamente a quel gioco al massacro che vorrebbe consegnare alle Procure della Repubblica, agli organi di stampa e ai nostri avversari politici i tempi, i modi e perfino i contenuti della definizione degli organigrammi di partito e la composizione degli organi istituzionali, e’ incompatibile con la storia dei moderati e dei liberali italiani che si riconoscono nel Popolo della Liberta’. Si milita nello stesso partito quando si avverte il vincolo della comune appartenenza e della solidarieta’ fra i consociati. Si sta nel Popolo della Liberta’ quando ci si riconosce nei principi del popolarismo europeo che al primo posto mettono la persona e la sua dignita’.
Assecondare qualsiasi tentativo di uso politico della giustizia; porre in contraddizione la legalita’ e il garantismo; mostrarsi esitanti nel respingere i teoremi che vorrebbero fondare la storia degli ultimi sedici anni su un ”patto criminale” con quella mafia che mai come in questi due anni e’ stata contrastata con tanta durezza e con tanta efficacia, significherebbe contraddire la nostra storia e la nostra identita’. Per queste ragioni questo ufficio di Presidenza considera le posizioni dell’On. Fini assolutamente incompatibili con i principi ispiratori del Popolo della Liberta’, con gli impegni assunti con gli elettori e con l’attivita’ politica del Popolo della Liberta’. Di conseguenza – conclude la bozza del documento – viene meno anche la fiducia del PdL nei confronti del ruolo di garanzia di Presidente della Camera indicato dalla maggioranza che ha vinto le elezioni. L’Ufficio di Presidenza del Popolo della Liberta’ ha inoltre condiviso la decisione del Comitato di Coordinamento di deferire ai Probiviri gli onorevoli Bocchino, Granata e Briguglio.