ROMA – In arrivo una stretta sui Pm sindaci o assessori. A prevederla una proposta di legge presentata alla Camera da Fabrizio Cicchitto e Jole Santelli presentata dopo le polemiche per la nomina del Pm napoletano Giuseppe Narducci nella giunta De Magistris a Napoli.
Secondo la proposta di legge non potranno fare i sindaci, i presidenti di provincia o gli assessori, i magistrati che nei due anni antecedenti la loro candidatura abbiano esercitato le loro funzioni nello stesso distretto di Corte D'appello dove ha sede il comune in cui intendono presentarsi.
In altre parole, i magistrati che volessero candidarsi nella citta' dove lavorano, dovrebbero chiedere il trasferimento due anni prima delle elezioni pena la non elegibilita'
Una volta terminato l'incarico politico, poi, i magistrati sindaci o assessori non potranno tornare ad indossare la toga per cinque anni: per tutto il periodo verranno collocati nei ruoli amministrativi del ministero della Giustizia o presso l'Avvocatura dello Stato.
Il periodo di ''quarantena'' lontano dalle aule di giustizia, secondo il disegno di legge, scattera' da subito per i magistrati che a oggi sono assessori (quindi riguarderebbe anche Narducci), mentre si salveranno i magistrati che oggi ricoprono l'incarico di presidente di provincia o sindaco sindaco (quindi Magistris).
Un giro di vite e' previsto anche per i magistrati che si candidano e non vengono eletti: i ''trombati'' potranno tornare al loro ruolo, ma per cinque anni dovranno traslocare in un'altra sede. In piu' per un anno non potranno svolgere incarichi direttivi o semi-direttivi.
''Il dibattito pubblico in tema di giustizia – scrive Cicchitto nella relazione introduttiva – e' attraversato da frequenti richiami all'autonomia e all'indipendenza della magistratura. Di rado, invece, nel dibattito pubblico si registra analoga sollecitudine su come assicurare adeguata salvaguardia all'autonomia e all'indipendenza della magistratura rispetto a comportamento di appartenenti all'ordine giudiziario che possano metterle a repentaglio. Di qui – conclude Cicchitto – l'urgenza di definire un regime piu' rigoroso e stringente in merito a casi di ineleggibilita' e incompatibilita' dei magistrati nell'accesso alle cariche pubbliche''.
