ROMA, 14 AGO – ''Ci sono sessanta giorni per convertire i decreti legge, e il Parlamento ha sempre cambiato i provvedimenti''. Roberto Calderoli e' uno di quei ministri che sulla manovra 'ci ha messo la faccia' e se anche lui apre a modifiche alla manovra (''ma solo a saldi invariati'') significa che nella maggioranza la discussione sul testo presentato dal ministro Giulio Tremonti e' piu' che accesa. I malumori nel Pdl non sono un segreto. L'area dei 'frondisti', quei nove parlamenti che hanno apertamente criticato il provvedimento, sembra allargarsi o quantomeno riscontra 'simpatie' tra i colleghi del centrodestra.
Le perplessita' espresse dal gruppo 'ribelle' rischiano di scuotere il Popolo delle Liberta' e destano l'irritazione dell'area vicina a Tremonti. Al punto che Stefano Saglia, sottosegretario del ministero dello Sviluppo, dirama una nota chiedendo ''ai colleghi che alzano il dito'' e ''sono pronti a dire che la manovra non va'' di ''smetterla di giocare''. Anzi, rilancia Saglia, ''gli emendamenti si devono presentare solo con il consenso del segretario Alfano e del capogruppo'' perche' ''se la manovra si puo' migliorare lo si fa stando nel perimetro della maggioranza. Senno' tutti a casa''. Parole dure che fanno il paio con quelle che Calderoli dalle pagine della Padania rivolge ai 'ribelli' all'interno e ''all'esterno della Lega, anche ai ministri'' (un riferimento a Stefania Prestigiacomo) ricordando che ''l'istituto delle dimissioni e' sempre valido''. Cosi' il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, accusa il ministro di ''eccesso si militarismo'' sottolineando che ''il premier ha detto che la manovra si potra' cambiare''. La tensione e' alta, ed e' lo stesso Calderoli in giornata in una intervista all'Ansa a moderare i toni chiudendo anche la polemica interna con Flavio Tosi: ''Se c'e' qualche sindaco che si lamenta – dice – in certi casi ha ragione, ma non ci sono dissidi interni''.
Il diktat del sottosegratrio Saglia non va giu' ai 'frondisti' che insistono e – viene spiegato da fonti interne – lavorano un ''pacchetto di proposte emendative e migliorative di una manovra che ha tradito l'elettorato con nuove tasse''. Guido Crosetto, Antonio Martino, Giuseppe Moles, Deborah Bergamini e gli altri del 'gruppo' dovrebbero riunirsi in settimana per raccogliere le idee e presentare un proprio testo ''piu' vicino a quelle idee che sono state alla base della nascita di Forza Italia e poi del Pdl''. ''Le parole del sottosegretario di Tremonti mi stupiscono. I toni da ultimatum proprio non li capisco'', esce allo scoperto Giuseppe Moles. ''Andrebbero prese in considerazione idee che vengono da tutti – afferma con ironia – O forse le proposte significative sono giuste soltanto se vengono dagli altri?''. Sulla stessa linea la Bergamini: ''Berlusconi ha detto che la manovra e' migliorabile in Parlamento – rimarca – Ci dicano questi membri del governo che male c'e' a mettere sul tavolo idee che possono contribuire a rendere la manovra meno amara''.
Tra le ipotesi su cui si lavora c'e' quella di un aumento di un punto percentuale dell'Iva, una ipotesi che – secondo fonti di governo – Berlusconi preferirebbe al contributo di solidarieta' ma che Tremonti avverserebbe nel timore di un aumento dell'inflazione e di una diminuzione dei consumi. Sullo sfondo sembra essere in corso un durissimo confronto tra 'tremontiani' e 'forzisti' all'interno del Pdl ma – secondo fonti di maggioranza – si tratterebbe anche di una lotta di posizione in attesa di conoscere in che modo il ministro dell'Economia distribuira' i sei miliardi di tagli ai ministeri.