La Russa contro Granata (‘frasi da ricovero, attenzione a non farne un martire’) e Fini (‘la smetta di fare opposizione’)

Ignazio La Russa

”Bisogna smetterla con il Vietnam. A questo punto siamo al redde rationem, perche’ cosi’ non si puo’ piu’ andare avanti, serve chiarezza”. E’ l’invito del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, intervistato dal Giornale. Sulla vicenda relativa a Fabio Granata, il vicepresidente della Commissione Antimafia che ha chiesto la verità sulle stragi del ’92, il ministro invita a fare i nomi oppure, ”si vede che è coerente con le proprie posizioni politiche balzane”.

Quanto alle accuse a Mantovano, La Russa aggiunge: ”Abbia il coraggio di ripetere frasi da ricovero”. Il coordinatore del Pdl, sul caso Granata, al giudizio dei probiviri preferisce la chiarezza, anche perche’ ”l’ipotesi della sanzione disciplinare farebbe di lui un martire”. Il nodo da sciogliere, secondo La Russa, è  un chiarimento tra Berlusconi e Fini, per il quale c’è ancora uno spiraglio, ”seppur strettissimo”.

”Io ho lanciato la proposta: se Fini rinunciasse al suo ruolo istituzionale e facesse il ministro o tornasse in qualche modo ad occuparsi di politica nel partito – prosegue La Russa – questo cambierebbe le carte in tavola”. La Russa ricostruisce i passaggi che hanno portato a questo punto. La svolta tra i due fondatori del partito c’è stata quando Fini ha ipotizzato lo strappo, poi verificatosi, a quel punto La Russa prese le distanze dal presidente della Camera.

”Gli dissi chiaro e tondo che non l’avrei mai seguito in quest’avventura – afferma – come del resto ha fatto la maggioranza degli ex An”. A questo punto, solo un chiarimento interno al Pdl può portare alla soluzione. ”Il paletto è – sottolinea il ministro – dissenso sì ma non opposizione continua alla maggioranza e al governo”. Sull’ipotesi di un allargamento al partito di Casini, La Russa è chiaro: ”A patto che ci sia chiarezza assoluta sul bipolarismo. Ipotesi di un terzo polo non ce ne sono”.

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Emiliano Condò