Alfredo Mantovano, attaccato dal deputato Fabio Granata sulla legalità, ora “chiede conto” a Gianfranco Fini: ”Ciò che è inammissibile è che si oltrepassi ogni limite di confine tra una critica legittima ed una diffamazione. Ma il mio interlocutore non è Granata, bensì il presidente della Camera a cui appartengo, al quale ho chiesto di dire parole chiare e definitive su questo punto”.
”Dopo un esame lungo ed approfondito – ha detto Mantovano – si è ritenuto di non ammettere al programma di protezione Gaspare Spatuzza perché sulla base incontestabile degli atti, egli aveva reso delle dichiarazioni importanti molto oltre il termine previsto dalla legge,180 giorni, per poter riferire quanto di sua conoscenza”.
Il sottosegretario ha poi spiegato: ”Questa decisione è stata resa sulla base del principio che la legge è uguale per tutti, anche per i pentiti e per i pluriomicidi che decidono di collaborare. Questa decisione, come ogni provvedimento amministrativo, è opinabile. Io ne ho reso conto politicamente ed istituzionalmente in un’audizione durata ore davanti alla Commissione parlamentare antimafia di cui l’onorevole Granata è vice presidente ma alla quale ha ritenuto di non assistere”.
Mantovano ha parlato della vicenda, nella sede del Comune di San Pietro Vernotico, rispondendo alle domande dei giornalisti, a margine della firma del Patto per la Sicurezza apposta dal prefetto di Brindisi Domenico Cuttaia ed i sindaci di San Pietro Vernotico, Cellino San Marco, Torchiarolo e Sandonaci.