ROMA – Denis Verdini ha un file sul computer su cui ha segnato alcuni numeri. Semplice aritmetica: al Consiglio nazionale della nuova Forza Italia, in programma la prossima settimana, parteciperanno 863 delegati.
Parlamentari, assessori, consiglieri. Li ha chiamati tutti, facendosi aiutare da altri deputati, e così Denis Verdini ha diviso la Forza Italia che verrà : 650 stanno con Berlusconi, 130 con Alfano, 80 o forse più sono ancora incerti.
Sono i numeri dell’eventuale scissione, i numeri di governativi e lealisti, di chi vuole un partito compatto e sagomato su Berlusconi e chi vorrebbe un’altra forza di centrodestra, fedele al governo e libera dai guai dell’ex premier.
Ma i numeri di Verdini dicono soprattutto una cosa: con questi numeri la scissione non potrebbe esserci. Perchè i “filo-Berlusconi” sono numericamente di molto superiori ai “filo-Alfano”. D’altra parte Verdini ha fama di essere uno che raramente sbaglia, racconta Mattia Feltri su La Stampa:
Ma nel computer conserva la mail che inviò a Silvio Berlusconi il giorno prima del fallito attacco di Gianfranco Fini al governo, il 14 dicembre 2010, e spesso la mostra: si vanta di non aver toppato un nome.
Ora cerca soluzioni perché i governativi, al Consiglio nazionale del 16, non procedano con la scissione. Gli preme soprattutto che Alfano rimanga dentro. Se se ne vanno gli altri, pazienza. Anzi meglio. Non è nemmeno così certo che il punto d’accordo sia tanto lontano. Intanto c’è la variabile di Matteo Renzi, che lui conosce bene seppure non lo senta da anni, e sa che la sua elezione alla segreteria del Pd costituirebbe un rischio per il governo.
A un certo punto Berlusconi gli appioppò persino l’incarico di contenere Daniela Santanché, perché non esagerasse. Era una missione impossibile, e ora Daniela è fuori gioco. Le mostrine attirano, ma poi? Poi si finisce con la fama del cattivo, del sicario, perché qualcuno deve pur mettere la sua firma sulle candidature, sugli avvicendamenti nei ruoli di responsabilità .