Pdl, obiettivo processo Mediatrade: pronta una legge salva-Berlusconi

Lunedì nell’Aula di Montecitorio comincia la discussione generale di un provvedimento approvato mercoledì in commissione Giustizia della Camera, d’iniziativa del deputato del Pdl, Manlio Contento, che di fatto, secondo l’opposizione, potrebbe estinguere il reato di appropriazione indebita (art.646 del codice penale) imputato a Silvio Berlusconi nel processo ‘Mediatrade’.

Secondo quanto si legge nella proposta di legge, basterebbe infatti risarcire il danno o non vedere il querelante presentarsi in udienza, per vedere estinto il reato. ”E questo – commenta il capogruppo del Pd in commissione Giustizia Donatella Ferranti – mentre presentano la riforma ‘epocale’ della giustizia. Questo conferma come non abbiano alcuna intenzione di rinunciare alle leggi ad personam”.

La norma secondo la quale basterebbe un risarcimento per ottenere la remissione tacita della querela è stata introdotta nel progetto di legge grazie ad un emendamento (riformulato) che porta la firma di Angela Napoli (Fli), Roberto Rao e Lorenzo Ria (Udc). Rao però quel giorno, leggendo il resoconto dei lavori della commissione, era assente e così la proposta di modifica è stata fatta propria dalla parlamentare finiana Angela Napoli.

A confermare che l’appropriazione indebita è il reato imputato al premier è il suo stesso legale Niccolò Ghedini (Pdl) che in una nota dei giorni scorsi (il 4 marzo), nella quale prendeva le distanze dalla proposta di legge del collega di partito Luigi Vitali sulla prescrizione breve, disse testualmente: ”Nel processo cosiddetto Mills (319 ter c.p.), non vi è la possibilità di diminuire la prescrizione per effetto di circostanze generiche. Nei processi cosiddetti Diritti e Mediatrade (art 646 c.p. e artt. 3 e 4 legge 74/2000), vi è la medesima situazione”.

Ora l’articolo 646 del codice penale prevede che l’appropriazione indebita sia un reato punito, a querela di parte, con la reclusione fino a tre anni e con la multa a 1.032 euro. Esattamente la fattispecie che rientrerebbe nella proposta di legge Contento. Nell’articolo 1 di questo testo, infatti, si dice testualmente che ”vi è remissione tacita quando il querelante ha compiuto fatti incompatibili con la volontà di persistere nella querela ovvero ha ricevuto il risarcimento del danno in relazione a reati puniti con pena inferiore nel massimo a quattro anni” (salvo nei casi di violenza sessuale in cui la querela diventa irrevocabile).

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