MILANO – Filippo Penati non intende ''nascondersi dietro la prescrizione'' per l'inchiesta su un giro di tangenti legate alla riqualificazione dell'area ex Falck di Sesto San Giovanni in cui e' indagato.
L'ex capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani lo ha assicurato in una lettera alla direzione del Pd milanese, chiedendo pero' che non ci siano pressioni.
La lettera pero' non ha sedato le polemiche. Oggi il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha attaccato frontalmente Bersani e anche Walter Veltroni ha parlato di una ''vicenda gravissima''.
''Quando una nave va a sbattere sugli scogli sara' pure colpa del nostromo ma la responsabilita' oggettiva se la porta a casa il comandante della nave'' ha detto l'ex magistrato di Mani Pulite aggiungendo che ''c'e' una questione morale che va affrontata''.
Del caso di Penati, che si e' gia' autosospeso da ogni carica nel partito, si occupera' la commissione di garanzia del Pd convocata per il 5 settembre. Secondo Veltroni ''bisogna andare fino in fondo: rispettare la magistratura, applicare gli strumenti dello statuto e auspicare che Penati non si avvalga della prescrizione''. Questa sera un primo appuntamento sulla vicenda sara' la direzione milanese del Pd. E proprio al segretario metropolitano Roberto Cornelli e al presidente della direzione Ezio Casati, Penati ha scritto per ripetere la sua innocenza, dire che non si e' mai ''arricchito con la politica'' e negare che esista alcun ''sistema Sesto'', ma soprattutto per assicurare che intende ''ristabilire la verita' dei fatti''.
''Se al termine delle indagini che sono tuttora in corso, tutto non verra' chiarito – ha promesso – non saro' certo io a nascondermi dietro la prescrizione''. Ha pero' aggiunto che ''e' necessario attendere l'esito e la conclusione delle indagini per assumere le decisioni conseguenti''. Quindi per ora la questione della rinuncia alla prescrizione e' prematura.
L'ex presidente della Provincia ha pero' tenuto a ricordare che, nel 1999, quando da sindaco di Sesto San Giovanni fu indagato per abuso in atti d'ufficio per le bonifiche di un'altra porzione delle aree Falck, chiese il rito abbreviato e fu assolto senza cercare ''espedienti processuali ne' benefici di leggi ad personam per trascinare il processo fino alla prescrizione''. Un'osservazione che sembra una risposta alle critiche del centrodestra. Ma non solo.
''Chi mi conosce – ha aggiunto – sa che non sono il tipo che si accontenta di scorciatoie o espedienti. Nello stesso tempo, chiedo alla politica di essere garante anche nei miei confronti del diritto che ha ogni cittadino di poter svolgere una difesa efficace e di non subire, soprattutto nella fase iniziale dell'indagine, pressioni politiche o non politiche di alcun genere''.