Pensione dei parlamentari è salva, anche se le Camere sono state sciolte: ecco perché FOTO ANSA
Nonostante lo scioglimento delle Camere anticipato, Deputati e Senatori non perderanno il diritto alla pensione pro quota di questa legislatura, seppur per una manciata di giorni. Le norme che regolano le pensioni, visto che i vitalizi ricordiamo che non ci sono più, fanno parte di una forma pensionistica che scatta al 65esimo anno di età. Prevede che si maturi il diritto della quota per i cinque anni della legislatura, quando questa è arrivata a 4 anni, sei mesi e un giorno. La data fatidica è il 24 settembre, praticamente il giorno prima delle elezioni.
Tuttavia nella Costituzione (articolo 61, secondo comma) si afferma che “finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti”. Tanto è vero che queste esaminano eventuali decreti urgenti emanati nel frattempo o altri atti necessari del governo, come decreti legislativi di attuazione delle deleghe. Le prossime elezioni si svolgeranno il 25 settembre e le nuove camere si insedieranno il 15 ottobre, come prevede sempre la nostra Carta: 21 giorni dopo la fatidica data “salva pensioni”. Quindi se si fosse andati subito al voto, oppure i primi di settembre, i parlamentari avrebbero potuto perderla per pochi giorni.
Va sottolineato che ciò riguarda solo i deputati e senatori al primo mandato: per gli altri, infatti, i quattro anni e mezzo sono scattati da tempo. Erano 554 su 945 i parlamentari eletti per la prima volta nel 2018, con la Lega che aveva la percentuale maggiore seguita dal Movimento 5 Stelle. Per loro la pensione da parlamentare arriverà, a 65 anni, con i contributi versati in questi 4 anni e mezzo. Pensione salva, per pochi giorni.