ROMA – Pensioni, pensionati: non siamo tutti uguali, anzi. Spesso, troppo spesso il “diritto” dell’uno รจ la disgrazia dell’altro. E non per caso, ma per scelta politica e sindacale. Scelta di danneggiare il prossimo per guadagnarci, scelta strenuamente difesa e spesso, troppo spesso travestita da “conquista sociale”. Partiamo dai privilegi smaccati, sfacciati. Anche se, paradossalmente, i privilegi piรน incongrui e odiosi sono relativamente poca cosa rispetto alle storture e ingiustizie nascoste: i privilegi offendono al massimo, le storture costano il massimo.
Privilegio รจ quello di coloro che ancora vanno in pensione con il “metodo retributivo”. Metodo retributivo di calcolo significa che la pensione viene appunto calcolata sugli ultimi anni di stipendio percepiti. Calcolando cosรฌ ovviamente l’importo finale della pensione risulta alto, molto vicino a quello dell’ultimo stipendio percepito. La grande maggioranza degli italiani non va e la stragrande maggioranza non andrร in pensione calcolata cosรฌ: dal 1995 si applica “il sistema contributivo”, cioรจ si calcola l’importo della pensione sulla base dei contributi versati, non l’ultimo anno di lavoro ma durante tutta la vita lavorativa. Ma c’รจ chi, anche avendo cominciato a lavorare dopo il 1995, si vede calcolata e pagata la pensione con il “retributivo”. E chi sono? I dipendenti degli organi costituzionali. Cioรจ i commessi, gli uscieri, gli impiegati di Camera e Senato, del Quirinale, della Corte Costituzionale, del Consiglio di Stato…
Privilegio รจ quello dei parlamentari: basta una legislatura e incassano pensione a 60 anni. Prima incassavano a cinquanta anni. Privilegio massimo quello dei parlamentari รจ di aver “diritto” ad una sorta di liquidazione speciale per “reinserirsi” al lavoro dopo l’attivitร parlamentare. Perfetto, se non fosse che due parlamentari sui tre durante il mandato continuano anche a fare il lavoro di prima: in cosa allora devono “reinserirsi”, in quello che non hanno mai mollato?
Stortura, gigantesca stortura e voluta, difesa e programmata ingiustizia รจ quella del “sistema misto” di calcolo. Cioรจ si calcola la pensione da percepire con il sistema retributivo per tutti quelli che al 31 dicembre 1995 avevano giร 18 anni di versamenti. Per chi a quella data di anni di contributi ne aveva dieci, otto o comunque meno di 18, si calcola “misto”: retributivo per gli anni fino al 1995, contributivo per gli anni seguenti. Per chi ha cominciato a lavorare e versare dopo il 1995, tutto il calcolo รจ “contributivo”. Ne escono fuori tre tipi, tre “razze” di pensioni e tre specie di pensionati dove il vantaggio dell’una si scarica, e si paga, con il danno dell’altra. Fu deciso cosรฌ dalla politica, e dai sindacati, per “ammorbidire” e “far passare”. L’idea politica e sindacale era: imbarchiamo nel vascello, nel traghetto comodo e spazioso un bel mucchio, cosรฌ quelli che restano al molo ad aspettare il traghetto stretto e angusto sono oggi pochi e solo domani saranno tanti. Quindi i piรน oggi non protesteranno, domani, domani รจ parola ignota alla politica e anche al sindacato. E’ la stessa idea politica e sindacale di oggi, proprio oggi: imbarcare gli ultimi fortunati e per quelli di domani, peggio per loro…
Succede infatti con le tre specie di pensioni e pensionati che chi va e andrร in pensione con il sistema retributivo guadagna rispetto agli altri circa nove anni. Nove anni di differenza a suo vantaggio tra quanto ha versato di contributi e quanto incassa di pensione nel’aspettativa di vita media. Succede che il lavoratore autonomo, che di contributi ne versa pochissimi, con il retributivo guadagna non nove, ma circa venti anni. A svantaggio di chi va in pensione con il sistema contributivo e soprattutto a svantaggio di chi la pensione la paga, agli altri, ma per se stesso forse mai la vedrร la pensione: la gestione separata Inps dei Co.Co.Co, cioรจ dei precari, รจ in attivo per 6,5 miliardi. E copre i deficit dei coltivatori diretti, degli artigiani, del clero… Il sistema che garantisce i padri e i nonni risulta nemico dei figli: il 72 per cento dei capifamiglia sotto i 35 anni non riesce piรน a risparmiare nรจ per il mese in corso e neanche nella forma di risparmio previdenziale.
Correggere davvero la stortura, dopo aver abolito i privilegi, sarebbe il sistema contributivo uguale da subito per tutti e senza eccezioni. Questo darebbe pensioni piรน basse a chi sta per lasciare il lavoro ma darebbe una pensione vera e non da fame ai giovani. Sarebbe davvero una “riforma”. Troppo per la politica, il sindacato e in fondo anche per l’opinione pubblica: a tutti e tre di quelli che verranno domani importa poco.
