ROMA – Accordo quasi fatto: le pensioni potrebbero essere indicizzate fino a 1400 euro. L’ok arriva dalla Commissione Lavoro della Camera che ha votato per alzare quell’asticella che, nella manovra Monti, divideva le pensioni indicizzate da quelle no. Fino a 936 euro ieri, fino a 1400 oggi se diverrà legge quello che la Commissione ha votato. In soldoni, l’assegno potrà continuare a essere agganciato all’inflazione, adeguato a questa, se arriva fino al massimo di 1400 euro. Queste pensioni, secondo l’accordo trovato in Commissione Lavoro, non verranno toccate dal blocco dell’indicizzazione previsto dalla manovra Monti. Fino a oggi la riforma prevedeva l’indicizzazione solo per le pensioni fino a 936 euro.
La proposta è stata votata in maniera bipartisan, quindi con i voti di quelle che un tempo erano maggioranza e opposizione, tranne la Lega. Pdl e Pd, Idv, tutti d’accordo nel voler portare la soglia di esenzione dal blocco delle indicizzazioni delle pensioni fino alla soglie di tre volte quella minima. La commissione si è così espressa nel parere sulla manovra espresso alla commissione Bilancio, che dovrà poi recepire la proposta.
”Per quanto riguarda la perequazione automatica dei trattamenti pensionistici si valuti la possibilità di garantire una forma di copertura rispetto all’andamento del costo della vita anche ai trattamenti compresi tra due e tre volte il minimo”. Già, ma come trovare i fondi necessari alla copertura? La commissione suggerisce tre strade: “Un incremento del contributo di solidarietà a carico delle pensioni più elevate (sia attraverso una revisione in aumento della quota di prelievo per quelle pari ad almeno venti volte il minimo Inps, sia attraverso un abbassamento dell’importo delle pensioni a cui si applica il contributo)”; in secondo luogo la commissione propone un ”contributo di solidarietà sulle cosiddette ‘baby pensioni’, limitato all’importo superiore al minimo”, e in terzo luogo ”incrementando la percentuale di intervento sui cosiddetti ‘capitali scudati”’.