ROMA – “E’ tutto a posto, nessun problema”, diceva il capitano della nave nella tempesta. “Non รจ vero che siamo allo sbando, che siamo nel caos, che i conti non tornano – ha detto Silvio Berlusconi -. Mi preoccupa davvero l’atteggiamento dell’opposizione: con le loro proteste, con le accuse che lanciano, rischiano di dare ai mercati un’immagine negativa del Paese. ร un momento delicato, รจ vero che ci sono stati anche passaggi difficili, ma serve senso di responsabilitร da parte di tutti. Ho ripreso in mano io la situazione, รจ tutto sotto controllo”.
Secondo il calendario ufficiale i ritocchi del governo alla manovra devono essere presentati alle 15 di mercoledรฌ. Prima di allora i Nostri si affaccenderanno intorno al tavolo per trovare soluzioni a un buco di chi dice 5 o 6 forse 10 miliardi. I famosi emendamenti “a saldi invariati” insomma. Proposte bislacche e subito ritirate dopo urla e strepiti dell’opposizione, dei sindacati, dei lavoratori, degli industriali. Come il blocco del riscatto della laurea e del servizio militare. E’ durato una manciata di ore, sotterrato da una rivolta popolare. Non si erano accorti, durante il vertice di 8 ore a villa San Martino, che la proposta aveva un che di anticostituzionale?
Qualche indizio sulla risposta ce lo danno i giornali, tra retroscena e un’intervista del premier al Tempo, e la ricostruzione che ne esce la dice lunga sui momenti concitati che il governo sta vivendo in questi giorni alla disperata ricerca della “formula magica”. Scrive Carmelo Lopapa su Repubblica che lunedรฌ scorso il ministro del Welfare Maurizio Sacconi si รจ presentato ad Arcore dove Bossi, Berlusconi e Tremonti, calcolatrice alla mano, facevano di conto. Si siede e propone: ma perchรฉ non bloccare il riscatto della laurea e del servizio militare, facendo in modo che non conti piรน per calcolare l’anzianitร , ma solo per rimpolpare l’assegno della pensione: cosรฌ al limite chi viene coinvolto deve solo lavorare qualche anno in piรน, non ci rimette dei soldi. Gli altri avranno probabilmente alzato lo sguardo dal tavolo e ascoltato in silenzio meditabondi. Sacconi a quel punto ha tirato fuori il vero asso nella manica: tanto la proposta tocca solo 3-4mila persone e Cisl e Uil hanno fatto sapere che la cosa si puรฒ fare.
Via, la cosa รจ piaciuta a tutti, che di fatti escono soddisfatti dal vertice: Eureka. Bastano 24 ore per capire che le cose non stanno come Sacconi diceva. Le persone coinvolte sono un qualcosina in piรน: 600mila. E i sindacati anzichรฉ applaudire si sono compattati nell’annunciare scioperi. Oggi al Tempoย Berlusconi dice che il dietrofront sulle pensioni รจ dovuto al fatto che “sono state accolte le osservazioni di Raffaele Bonanni (segretario Cisl) e Luigi Angeletti (segretario Uil)”. Niente di grave, sono arrivate “osservazioni” dai sindacati e dopo attenta valutazione sono state “accolte”. Nelle sue parole il premier indica chiaramente gli artefici della trovata: Sacconi e Tremonti: “Il provvedimento sulle pensioni era assolutamente marginale ed รจ entrato in discussione all’ultimo minuto del vertice di maggioranza, riguardava un numero minimo di soggetti e non avevamo neppure quantificato i risparmi”. In seguito all’apertura mostrata dalla Lega, ”su suggerimento dei ministri Maurizio Sacconi e Giulio Tremonti, ne avevamo dato comunicazione ufficiale in chiusura di vertice”. Ma – continua il premier, dicendo di una telefonata dei sindacalisti – Bonanni e Angeletti hanno ”spiegato che si trattava di diritti acquisiti e di una norma a rischio di incostituzionalitร . A quel punto l’abbiamo ritirata”.
Retroscena a parte resta il problema: se non si toccano le pensioni, non si mette il contributo di solidarietร , sempre per non scontentare nessuno, come si trovano almeno altri 7-8 miliardi per una manovra che deve rassicurare i mercati e l’Europa? Berlusconi, sempre al Tempo fa sapere che ci sarร una “stretta anti-evasione” ma senza tradire ”lo spirito che anima la maggioranza, non siamo per lo stato di polizia tributaria”. Allora ci sarร forse l’aumento dell’Iva? “Preferiamo non ritoccarla” ma, se fosse ”necessario, possiamo aumentare di un punto la fascia del 20%”, in linea con altri Paesi europei.
Scorrendo la stampa del mattino la ridda di supposizioni si intensifica: maxi condono, carcere agli evasori, ritocco al redditometro, e chissร che altro. I ministri sono al lavoro, alle 15, sollecita anche il presidente del Senato Schifani, gli emendamenti devono essere pronti, la ricetta trovata. In realtร pochi ci credono: l’iter piรน verosimilmente prevede lo slittamento a lunedรฌ, martedรฌ in Aula il maxiemendamento della maggioranza arriverร probabilmente blindato dalla fiducia.
