Peschereccio mitragliato, il comandante smentisce Maroni: “Ma quale incidente, sapevano che eravamo pescatori e hanno sparato”

Roberto Maroni

Smentisce e contrattacca. Gaspare Marrone, il comandante del motopesca “Ariete” mitragliato lunedì 13 settembre dai libici non ci sta a sentir parlare di incidente e smentisce seccamente la ricostruzione dei fatti presentata questa mattina dal ministro dell’Interno Roberto Maroni a “Mattino Cinque”. La Procura, intanto, ha aperto un’inchiesta sull’accaduto ipotizzando il reato di tentato omicidio plurimo.

La versione del  comandante è chiara:  “Non possono averci scambiato con una barca di clandestini o con altro. Io ho parlato con il comandante della nave libica in Vhs e glio ho detto con chiarezza che eravamo italiani e che stavamo lavorando”. Il ministro, secondo Marrone, “può dire quello che vuole” ma la verità è un’altra: “Ora è chiaro che su quella nave c’erano nostri militari della Guardia di finanza, quando io ho mi sono rivolto a quell’uomo che parlava perfettamente la nostra lingua, gli ho chiesto se fossero italiani. Mi ha detto che era un guardiacoste libico, se mi avesse detto che era italiano avrei subito fermato le macchine”.

Marrone racconta al quotidiano La Repubblica: “Era impossibile scambiarci per qualcos’altro, la nostra è una barca di 36 metri attrezzata con macchinari da pesca modernissimi, impossibile fare confusione. Loro invece hanno sparato ad altezza uomo. Se avessero voluto intimidirci, sparavano in aria, in acqua. Invece la mia barca ha 50 fori da una paratia all’altra. Ma che comportamento è questo? E Maroni lo chiama un incidente? Dica quello che vuole, ma le cose non sono così, quelli sparavano per ammazzarci, ad altezza uomo. E sapevano che eravano pescatori”.

Sulla vicenda della motonave libica, quindi, rimangono tanti gli interrogativi aperti. Perchè i libici hanno sparato? Le motonavi non dovrebbero occuparsi solo di immigrazione clandestina? Il Trattato d’Amicizia imbarca pericolosamente acqua.

CRITICHE DALLA CEI Per il vescovo di Mazara del Vallo, mons. Domenico Mogavero si spara con troppa facilità e ”assistiamo a una vera e propria inerzia del governo italiano”: così il presidente del Consiglio Cei per gli Affari giuridici commenta la vicenda del motopeschereccio siciliano bersagliato dai colpi di una motovedetta libica. ”Quello che preoccupa molto è che non ci sia nessuna iniziativa politica che metta mano quanto meno ad affrontare la questione della competenza circa le acque del Mediterraneo”. ”Noi siamo molto preoccupati – aggiunge – per la facilità con cui si mette mano alle armi e si attenta alla vita delle persone”.

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Emiliano Condò