Il piano per la casa “è bocciato” perché si tratta “di una cementificazione dell’Italia” e per di più anche “campata sulla luna”: così il segretario del Pd Dario Franceschini, nel corso di “In mezz’ora” su Raitre, commenta la proposta del premier di un nuovo piano per l’edilizia.
“C’è bisogno assolutamente di far ripartire l’economia – afferma Franceschini – e le imprese nel settore dell’edilizia. Gli artigiani non lavorano più e quindi tutto ciò che mette in moto questo va bene. Ma il piano per l’edilizia è assolutamente uno sbaglio. È una specie di cementificazione dell’Italia e anche campata un po’ sulla luna. Il presidente del Consiglio ha detto che chi ha una villa potrà aggiungere uno o due stanze, dando il senso di come lui immagina vivano gli italiani. Gli italiani vivono al secondo, al terzo piano di un condominio – dice Franceschini – in case bellissime nel centro storico. Vorrei che spiegasse loro dove lo ampliano questo 20 per cento. Sul pianerottolo? Nell’ingresso?”.
Per Franceschini, poi, “il rischio cementificazione è pericolosissimo soprattutto in Italia, perché nella globalizzazione ogni Paese deve investire in quello che ha e ciò che ci rende unici è l’Italia stessa, il paesaggio, il centro storico. Rovinare il nostro territorio è come se un Paese arabo bruciasse il petrolio. Non possiamo rovinare ciò che ci rende unici”.
Effetti di stimolo «straordinari» sul settore edile e nessun rischio di abuso. Sono le due peculiarità che Berlusconi attribuisce al piano sugli immobili messo in cantiere dal Governo, sulla base delle proposte avanzate dalle Regioni Veneto e Sardegna, e destinato ad aumentare del 20% la volumetria degli edifici esistenti oppure ad abbattere e ricostruire, con dimensioni più ampie del 30% e una vocazione marcatamente eco-compatibile, palazzi con oltre 20 anni di vita alle spalle. Venerdì il varo, come confermato dallo stesso presidente del Consiglio che vuole avviare il prima possibile il confronto con i governatori.
A riassumere le finalità del provvedimento è lo stesso Cavaliere: «Dare a chi ha una casa e nel frattempo ha ampliato la famiglia perché i figli si sono sposati e hanno dei nipotini la possibilità di aggiungere una stanza, due stanze o dei bagni con servizi annessi alla villa esistente».
Nel merito, il progetto (che si affianca al Piano casa sull’edilizia pubblica) prevede due interventi. Da un lato, si potrà accrescere del 20% il volume (se a uso residenziale) o la superficie (se a uso diverso) di un immobile (o di una sua parte) costruito entro il 31 dicembre 2008, anche realizzando un manufatto aggiuntivo purchè di carattere accessorio. Dall’altro sarà ammesso abbattere e ricostruire, anche su area diversa e con proporzioni più ampie del 30% (o 35% adoperando la bioedilizia o puntando sulle energie rinnovabili), gli edifici anteriori all’89 che necessitino di un adeguamento ai mutati standard tecnologici, architettonici o energetici e non siano sottoposti a tutela.
Per incentivarne la diffusione, il governo potrebbe usare la leva fiscale. Ad esempio concedendo uno sconto del 20% (che sale al 60% per l’immobile che sia prima casa del richiedente o di un parente entro il terzo grado) sul contributo di costruzione. In vista c’è anche un maquillage del testo unico dell’edilizia e la codice “Urbani” sui beni culturali. Fermo restando il rispetto delle norme in materia di distanze e di vincoli ambientali e paesaggistici e il divieto di ampliare la cubatura degli edifici abusivi, potrebbero cambiare le procedure e i tempi per l’autorizzazione da parte dei sindaci.
Al posto del permesso di costruire, infatti, dovrebbe spuntare la perizia giurata del progettista. Novità, inoltre, per le sanzioni, che saranno solo amministrative per gli abusi più lievi mentre verranno aggravate per quelli riguardanti beni “sotto vincolo”. E più spazio, infine, al ravvedimento operoso.
LG